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Ambiente / Opinioni

Sul rapporto inceneritori-differenziata

Termovalorizzatore ad Hannover (Germania) © Losch, Wikimedia Commons

La pianificazione attenta degli impianti può essere compatibile con una strategia sostenibile di gestione dei rifiuti. Un contributo al dibattito. La rubrica di Stefano Caserini

Tratto da Altreconomia 257 — Marzo 2023

Una tra le tante cose che non capisco della politica italiana è perché la costruzione di un termovalorizzatore (nome meno tecnico: inceneritore), possa raggiungere questa importanza, tanto da essere una delle cause sostanziali di una crisi di governo, o di una mancata alleanza alle elezioni regionali. Per un paio di decenni mi sono occupato di emissioni di inquinanti in atmosfera, di come stimarle e confrontarle. La conclusione chiara a cui arriva chi si occupa di questi numeri è che un moderno termovalorizzatore emette quantità trascurabili di inquinanti.

Tante altre sorgenti, molto meno conosciute e poco temute dalle persone, forniscono contributi molto più grandi e pericolosi. Per esempio le stufe domestiche, in cui si brucia legna per scaldarsi, o i caminetti. Sono generalmente viste come ecologiche, un po’ perché tradizionali (ricordo di un passato in cui nessuno misurava l’inquinamento dell’aria o se ne curava) un po’ perché la legna è un prodotto

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