Diritti
Sotto tiro: rapporto sugli amministratori locali minacciati dalla criminalità
Sono 212 gli episodi di minacce e di intimidazioni di tipo mafioso e criminale ai danni di amministratori locali e personale della pubblica amministrazione – una media di 18 casi al mese, una ogni giorno e mezzo – censite per l’anno 2010 dall’Associazione Avviso Pubblico. Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie nel suo Rapporto intitolato Amministratori sotto tiro. Buona politica e intimidazioni mafiose.
Sono 212 gli episodi di minacce e di intimidazioni di tipo mafioso e criminale ai danni di amministratori locali e personale della pubblica amministrazione – una media di 18 casi al mese, una ogni giorno e mezzo – censite per l’anno 2010 dall’
. Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie nel suo Rapporto intitolato "Amministratori sotto tiro. Buona politica e intimidazioni mafiose".
I 212 casi sono così distribuiti:
• in 145 casi (il 68% del totale) nei confronti di amministratori locali
• in 23 casi (l’11% del totale) nei confronti di personale della pubblica amministrazione
• in 11 casi (il 5% del totale) nei confronti di candidati a ricoprire un ruolo politico
• in 8 casi (il 4% del totale) nei confronti di parenti degli amministratori in carica
• in 6 casi (il 3% del totale) nei confronti di ex amministratori.
A questi dati vanno aggiunti i 19 casi (il 9% del totale) che sono stati registrati come atti vandalici nei confronti dei Municipi di altri strutture/uffici comunali.
Ad essere più colpiti dalla violenza e dall’intimidazione mafiosa e criminale sono soprattutto amministratori locali delle regioni meridionali, in particolare:
• Calabria: 87 casi (41% del totale)
• Sicilia: 49 casi (23% del totale)
• Campania: 29 casi (14% del totale).
Non mancano casi di intimidazioni pesanti nei confronti di sindaci, assessori, consiglieri e funzionari della pubblica amministrazione si registrano anche in Sardegna (25 casi, il 12% del totale), in Puglia (11 casi, il 5% del totale) e, in numero più limitato, anche in alcune regioni del Centro-Nord, come il Lazio (5 casi), Liguria (3 casi), Basilicata, Abruzzo e Marche (1 caso ciascuna).