Diritti
Sarkozy, siamo alle solite
Nicolas Sarkozy è tornato da presidente in quelle banlieues che affrontò a muso duro da ministro degli interni. Allora, di fronte alle rivolte guidate soprattutto da giovani, parlò di “canaglia” e della necessità di “ripulire” i quartieri periferici delle grandi città….
Nicolas Sarkozy è tornato da presidente in quelle banlieues che affrontò a muso duro da ministro degli interni. Allora, di fronte alle rivolte guidate soprattutto da giovani, parlò di “canaglia” e della necessità di “ripulire” i quartieri periferici delle grandi città.
Ora che è presidente, Sarkozy ha modificato un po’ i toni e si è presentato in una banlieue per illustrare il “piano” del suo governo, ma la proposta è piuttosto modesta. Combina un po’ di retorica, un velleitario e discutibile proposito di facilitare l’accesso alla proprietà delle casa per i ceti popolari (c’è una sinistra assonanza con l’ideologia del “tutti proprietari” tipica del filone Thatcher-Reagan-Bush, salvo trovarsi poi alle prese con la crisi dei subprime…), una fin troppo banale promessa di migliorare i trasporti pubblici, con la sostanza del “piano”: quattromila poliziotti da inviare nelle “zone calde”.
Siamo dunque alle solite. Anche stavolta la politica rifiuta d’affrontare il tema banlieues nella sua complessità, che include – in posizione centrale – la questione della cittadinanza: nelle periferie di Lione, Parigi, Marsiglia vivono giovani che sono considerati “immigrati di terza-quarta generazione”, come sono definiti normalmente. Lo stesso concetto di “immigrato di terza-quarta generazione” è davvero difficile da capire (il bis o trisnipote di uno straniero giunto in Francia decine di anni fa, come può essere definito un immigrato?) e nasconde una realtà molto scomoda e cioè l’esistenza di un concetto di cittadinanza “multistrato”, con cittadini di serie A, B, C e via gerarchizzando.
Senza diritti riconosciuti, senza una parità sostanziale da raggiungere con interventi sociali e culturali permanenti, nessuna di forza di polizia potrà pacificare le banlieues. E’ un discorso che vale per la Francia e per tutta la parte ricca del pianeta, grande produttrice di “rifiuti umani”, quali sono considerati gli abitanti delle varie banlieues.