A Roma un governo sempre più autoritario combatte un’oscena lotta di potere contro il presidente della Repubblica e gli equilibri costituzionali, supportato con feroce determinazione dalla gerarchia cattolica; a Genova è in atto uno scontro sulla costruzione di una moschea alla periferia della città. C’è da chiedersi se non sia in corso una deriva fondamentalista e quale sia il prezzo che rischiamo di pagare.
La pretesa, a Roma, di agire senza controlli, ignorando i vincoli costituzionali e l’autonomia della magistratura, fino a mettere le mani sul corpo della povera Eluana, si somma alla pretesa di vietare la costruzione di un luogo di culto, in nome di non meglio precisate esigenze di sicurezza.
C’è un filo che lega le due vicende: un’infelice forma di assolutismo. La libertà di culto è garantita dalla Costituzione ed è anche un principio etico e politico da preservare, tanto più in un paese, in un pianeta nel quale le persone – per fortuna – si mescolano. La guerra di potere delle alte gerarchie cattoliche è assai pericolosa, perché dà fiato agli oltranzisti che vogliono negare libertà di culto alle minoranze religiose.
Diciamolo chiaramente: in nome della eligione, di una certa idea di religione, si sta combattendo contro le libertà garantite dalle regole di democrazia.