Diritti / Approfondimento
I diritti dei migranti lungo la rotta del Brennero
Il calo degli arrivi sulle coste italiane non ha alterato il flusso di persone che tentano di passare il confine del Brennero, inclusi anche i minori stranieri non accompagnati. E la crescente chiusura del confine con l’Austria ha evidenti ripercussioni, a partire dalle violazioni di diritti umani. Il rapporto a cura di Antenne Migranti, ASGI e Fondazione Alexander Langer
Nel suo “Tentativo di decalogo per la convivenza inter-etnica” (1994), Alexander Langer incoraggiava il “conoscersi, parlarsi, informarsi, inter-agire”, fino a quando “la compresenza pluri-etnica sarà la norma più che l’eccezione”. Nasce con questo intento il rapporto “Lungo la rotta del Brennero”, presentato a fine gennaio a Verona: frutto della collaborazione tra l’associazione Antenne Migranti, l’Associazione per gli Studi giuridici sull’immigrazione (Asgi) e la Fondazione Alexander Langer, il documento -costruito sulla base dell’osservazione diretta dalla stazione del Brennero, tra gennaio e giugno 2017- fotografa la situazione dei migranti che giungono a Bolzano per presentare domanda di protezione internazionale o nel tentativo di oltrepassare il confine del Brennero.
Secondo il ministero dell’Interno, il Trentino Alto Adige-Suedtirol accoglie il 2% dei migranti accolti a livello nazionale. Sono 1.650 persone nei centri (al giugno 2017) e altre 146 “fuori quota”, ovvero “arrivate in modo autonomo in Provincia di Bolzano, spesso attraverso le frontiere terrestri”, si legge nel rapporto. Tra questi ultimi, Antenne Migranti ha contato 160 uomini “inseriti in una lista di attesa per il vaglio della loro situazione individuale” e circa 90 richiedenti asilo “che hanno temporaneamente ricevuto accoglienza in albergo”. Nella Provincia non sono attive strutture di accoglienza del sistema Sprar (il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati del ministero dell’Interno), ma solo Centri di accoglienza straordinari (Cas). “A differenza di quanto accade nella quasi totalità delle altre Regioni italiane, in cui è la Prefettura che si occupa di gestire il fenomeno migratorio, in Alto Adige è la Provincia che gestisce direttamente l’accoglienza”. La gestione è quindi diretta competenza della Provincia che, finora, ha concentrato i richiedenti asilo in strutture medio-grandi: ce ne sono 24, accessibili solo alle persone che rientrano nelle quote “ministeriali”, a e altre quattro sono in fase di apertura. I quattro centri di accoglienza a Bolzano (ex Lemayr, ex Alimarket, Casa Aaron, Gorio) accolgono circa 700 persone e qui sono state rilevate “condizioni di sovraffollamento e in alcuni casi di promiscuità per genere e per età, inadeguatezza dei servizi e difficoltà per gli operatori dei centri”. L’ex Alimarket ospitava lo scorso maggio 220 persone (oggi sono 340), con 20 docce e una sola lavatrice. Poi, “progressivamente è migliorata la situazione dei servizi igienici forniti”.
Secondo quanto rilevato alla stazione del Brennero da Antenne Migranti, “fino al luglio 2017 arrivavano in media tra i 10 e i 20 migranti al giorno -ha osservato l’associazione-. Le persone con un qualche tipo di permesso di soggiorno, ma prive di titolo di viaggio valido per l’espatrio, vengono fatte scendere e sono invitate a prendere un treno verso Sud. Chi è privo di qualsiasi documento e permesso di soggiorno viene solitamente accompagnato al Commissariato per essere identificato, fotosegnalato e invitato a presentarsi alla Questura di Bolzano per regolarizzare la propria posizione. Da fine febbraio 2017 i controlli sono effettuati anche sui treni regionali provenienti dall’Austria, con procedure sommarie di respingimento immediato in Austria”. Una parte dei migranti fermati al Brennero arriva a Bolzano -un nuovo confine- e qui resta bloccata, con profili giuridici “molto differenti: richiedenti protezione internazionale, persone con permesso di soggiorno, minori stranieri non accompagnati, soggetti vulnerabili”.
Il rapporto si sofferma poi sui minori stranieri non accompagnati (Msna, a Bolzano lo 0,5% delle presenze nazionali), “che incontrano problemi sia nella presa in carico da parte delle istituzioni che nel collocamento in luogo sicuro”. Una parte si ritrova così in strutture dedicate agli adulti e prive di servizi dedicati ai minori. Ma “gran parte dei ragazzi non trova alcun tipo di collocamento a causa della mancanza di posti nelle comunità e pertanto rimane in strada. Molti minorenni, inoltre, rimangono invisibili alle istituzioni perché non sono arrivati in Questura per le pratiche di fotosegnalamento”.
La seconda parte del rapporto, curata dall’Asgi, presenta proprio un’analisi giuridica delle violazioni riscontrate durante il monitoraggio. In tema di accoglienza, “risultano esclusi da qualsiasi forma di accoglienza territoriale molti richiedenti protezione internazionale giunti autonomamente sul territorio e che hanno iniziato il proprio iter di riconoscimento di protezione internazionale presso la Questura di Bolzano”. L’Asgi ha rilevato “condizioni di sovraffollamento e promiscuità”, il “mancato rispetto di alcuni diritti e garanzie fondamentali e in particolare dell’assistenza psicologica, sanitaria e psichiatrica essenziale”. “Ancora più grave risulta essere la situazione delle persone escluse da ogni forma di accoglienza” e a volte “è stata assicurata l’accoglienza solo alle donne e ai figli minori”, ma non ai maschi adulti dello stesso nucleo familiare. “La tutela effettiva dei diritti è un passo imprescindibile per poter parlare anche di cittadinanza e dei doveri ad essa connessi”, sottolineano in conclusione Antenne Migranti e Asgi. Fatto questo passo, “il territorio di Bolzano, con le peculiarità storiche e culturali che lo caratterizzano, potrebbe meglio di altri territori riprendere, ripensare e mettere in atto” le speranze di Alex Langer.
Il rapporto è disponibile a questo link: https://www.asgi.it/wp-content/uploads/2017/09/2017_Report_Monitoraggio_Bolzano_Brennero_25_09.pdf
IL DIBATTITO A BOLZANO
Su questo tema, Antenne Migranti modererà l’incontro del Forum cittadino di Bolzano “Per cambiare l’ordine delle cose”, coordinato a livello nazionale da ZaLab, Amnesty International – Italia, Banca Etica, Medu – Medici per i Diritti Umani, Medici Senza Frontiere, Naga onlus e Jolefilm. L’appuntamento è per questa domenica, dalle ore 17.00 nella Fondazione Langer.
Per saperne di più: http://pclodc.blogspot.it/
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