Diritti
Quel che sanno i giornalisti dell’immigrazione
Si è affermata in Italia, potremmo dire nel senso comune, l’idea che l’immigrazione sia un fenomeno connesso con la criminalità. La presenza di persone straniere sarebbe dunque un fattore di insicurezza per la vita nelle nostre città. Le "conferme" di…
Si è affermata in Italia, potremmo dire nel senso comune, l’idea che l’immigrazione sia un fenomeno connesso con la criminalità. La presenza di persone straniere sarebbe dunque un fattore di insicurezza per la vita nelle nostre città. Le "conferme" di questa sensazione vengono in genere dall’alto: dal mondo politico da un alto, dai media e dal mondo intellettuale dall’altro.
L’uso politico dell’immigrazione è così evidente che non sfugge davvero a nessuno: l’evoluzione degli ultimi anni è la sua trasversalità. Ciò che prima riguardava la destra e il leghismo in particolare, è oggi sostanzialmente condiviso – sia pure con accenti diversi e con alcune cautele – anche nell’area del centrosinistra, che negli ultimi tempi si è impegnata a fondo nella concorrenza alla destra sul tema detto della sicurezza..
Il ruolo dei media e degli intellettuali è meno evidente, ma non meno importante. il contributo principale che danno, è la "conferma scientifica" dei pregiudizi e dei luoghi comuni sull’equivalenza fra immigrazione e delinquenza. In questo ambito contano molto le cifre, utilizzate per "dimostrare" questa radicata tesi. Ma le statistiche, specie in tema di criminalità, possono essere molto fuorviante. Si può dire che è possibile dimostrare qualsiasi cosa, o giù di lì, con un uso malizioso – o ingenuo, che è anche peggio – delle "statistiche ufficiali".
Sul sito dei Giornalisti contro il razzismo sono riportati alcuni casi recenti di interventi comparsi sulla stampa, tutti ad opera di giornalisti davvero democratici, che però sembrano vittime del conformismo imperante nei media e di poca lucidità nell’uso delle cifre. Gli interventi e i commenti correlati – in un caso anche il botta e risposta con il giornalista in questione (Beppe Severgnini del Corriere della Sera) – sono assolutamente da leggere.
Le statistiche criminali vanno interpretate con enorme cautela e considerando non solo la realtà sociale nelle quali si collocano, ma anche il quadro giudiziario e le "politiche di polizia". Commentatori e giornalisti, e a volte anche alcuni studiosi, sembrano davvero poco attrezzati. E’ necessario e urgente cambiare rotta. Carlo Gubitosa, in un intervento su Giornalisti contro il razzismo, dà qualche indicazione.