Non potevo non leggere il volume di Limes dedicato al cambiamento climatico, intitolato “A qualcuno piace caldo”. La segnalazione mi è arrivata da diverse persone che ricordano il mio omonimo libro di 16 anni fa, o la settantina di conferenze-spettacolo con questo titolo, con cui da anni racconto le gesta di negazionisti e inattivisti climatici. L’indice del volume prometteva bene, ricco di argomenti e fra gli autori ci sono persone che conosco e stimo. E alcuni testi li ho trovati interessanti e ben fatti.
Invece la lettura dell’editoriale è stata deprimente. Non firmato, quindi attribuibile al direttore Lucio Caracciolo, è un lungo saggio che tocca molti temi, in modo superficiale e confuso. Con quella prosa boriosa e retorica a cui ci hanno abituato Giuliano Ferrara o Chicco Testa. Con diverse errori fattuali gravi e con toni derisori verso Greta Thunberg (“ex-patrona dell’ecocatrastrofismo (anti)ecologico che ha virato secca verso il ‘pro pal’, più urgente dell’ambiente”), i cli