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“Publish or perish”. Per ridere e riflettere sul mondo accademico

Il gioco inventato da Max Hui Bai è una satira ma anche un modo per far emergere le difficoltà dei ricercatori per stare al passo con le tempistiche di pubblicazione. Con la speranza che la loro condizione possa migliorare
“Benvenuti nella vita caotica dell’editoria accademica. In questo gioco, sei un ricercatore senza prospettive che cerca di fare l’unica cosa che conta: sfornare pubblicazioni, velocemente”. Sono le premesse del gioco da tavolo “Publish or perish. Un party game umoristico sulla pubblicazione accademica” realizzato e prodotto da Max Hui Bai, ricercatore e psicologo sociale indipendente, in cui i giocatori si danno battaglia a colpi di citazioni, pubblicazioni, workshop e convegni per prevalere come ricercatori e studiosi di successo. Un’occasione per divertirsi ma anche per riflettere sulle difficoltà affrontate ogni giorno da chi lavora nel mondo accademico. E forse portare a un cambiamento.
“Il termine ‘Publish or perish’ si usa per indicare il fatto che, se si vuole sopravvivere nel mondo accademico, la valuta più importante è la quantità di articoli e ricerche che si riescono a produrre -racconta Max Bai ad Altreconomia-. Devi avere molte pubblicazioni, idealmente su riviste prestigiose. Ma allo stesso tempo un lavoro accademico può richiedere molto tempo e risorse e non sempre portare ai risultati sperati”. Può capitare che uno studioso resti bloccato per molto tempo in un lavoro i cui risultati non siano utilizzabili ma in quello stesso periodo di tempo sarà giudicato dal mondo accademico sul numero di pubblicazioni e di citazioni ottenute. Ma che cosa succede a chi non riesce a stare al passo con le tempistiche di pubblicazione richieste? “Si va incontro a una lenta ‘morte accademica’, cioè si avrà difficoltà a ottenere fondi e finanziamenti, avanzare nella propria carriera o ottenere una posizione di successo”, prosegue Bai. Un problema che è stato aggravato dalla pandemia da Covid-19. “Il settore universitario e della ricerca è stato colpito duramente ma non in modo uniforme. Le facoltà e gli studiosi che disponevano di maggiori risorse sono stati in grado di superare meglio questa crisi, ma chi non aveva questi fondi ha avuto forti difficoltà a pubblicare”.
Lo scopo del gioco è proprio questo: ottenere il maggior numero possibile di citazioni attraverso la pubblicazione di articoli scientifici dai titoli bizzarri e improbabili come “Pattern di procrastinazione nel mondo accademico: un caso studio su me stesso”. Ricevendo in cambio citazioni, premi e recensioni. I giocatori possono accumulare riconoscimenti ma anche ostacolarsi a vicenda e allearsi. Fintanto che il giocatore con più riconoscimenti accademici non verrà eletto vincitore.
Max Bai ha avuto l’idea di sviluppare “Publish or perish” durante una serata di giochi di ruolo tra colleghi. Il ricercatore si è reso conto che anche la vita accademica aveva aspetti interessanti e che potevano diventare oggetto di satira. Il gioco infatti contiene diversi elementi parodistici. Ad esempio le regole impongono che quando un giocatore “pubblica una ricerca” gli altri partecipanti gli devono tributare un applauso e fargli i complimenti. E chi non lo fa riceve una penalità.
Chi ha potuto provare il gioco in anteprima ha espresso pareri per lo più favorevoli. Un successo sottolineato anche dalla campagna di raccolta fondi sul sito Kickstarter che ha raccolto oltre 260mila dollari (al 16 ottobre) su un obiettivo base di cinquemila. “Le persone hanno apprezzato il gioco per diversi motivi: alcuni accademici ne hanno visto una satira del loro mondo, altri un modo per comunicare a persone esterne le loro difficoltà quotidiane -prosegue Bai-, e alcuni hanno semplicemente apprezzato i quiz e le curiosità scientifiche proposte”. Infatti tra le carte del gioco ve ne sono ben cento che contengono domande a risposta multipla su curiosità scientifiche e di cultura generale (lo sapevate che il cervello è l’organo più grasso del corpo umano e che i polpi hanno il “sangue blu”?) a cui i giocatori possono rispondere per ottenere bonus.

Lo scopo di “Publish or perish” però non è solo quello di divertire ma anche di lanciare un messaggio e denunciare una situazione che per molti sta diventando sempre più insostenibile. Un primo passo, secondo il ricercatore, consiste proprio nel superamento di un sistema che porta gli studiosi a essere valutati esclusivamente in base alle loro pubblicazioni. Dando maggior risalto ad altre attività e finalità che si possono intraprendere, al di fuori della ricerca, come iniziative sociali o attività di tutoraggio accademico.

“Ho creato questo gioco anche per fare in modo che le persone che lo usano si fermino a riflettere sulla realtà del mondo accademico e magari fare qualcosa per cambiarlo -conclude il ricercatore-. Anche se so che questo gioco non avrà impatti rivoluzionari spero che spinga a dedicare più tempo alla riflessione e che infine porti il mondo accademico a cambiare in meglio”.
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