Il viaggio e l’incontro

Che cos'è il turismo responsabile

176 pagine / 13×20 cm / 2016


Il viaggio “leggero” per l’ambiente che sostiene lo sviluppo.

Che cos’è il turismo responsabile? Maurizio Davolio, presidente di AITR, Associazione Italiana Turismo Responsabile e Alfredo Somoza, presidente di ICEI lo spiegano in questa “guida riflessiva” che non solo mette in luce gli elementi critici del turismo di massa ma enuncia le caratteristiche di un viaggio responsabile: la preparazione accurata, le piccole dimensioni dei gruppi, l’incontro con la comunità che ospita, il rispetto dell’ambiente e delle culture locali.

Un viaggio più lento, più profondo e più dolce, che ha sempre dentro di sé un incontro, per quanto “fuggevole”. Ma il viaggio responsabile è anche un importante vettore di sviluppo per i Paesi “svantaggiati”, perché le ricadute economiche sono ben più consistenti, dirette e durature di quelle prodotte dal turismo mordi-e-fuggi, per non parlare dell’impronta ecologica, assai più lieve.

Alle voci degli autori si affiancano quelle di illustri ospiti, come Marco Aime, Duccio Canestrini, Gianni Morelli, e di molti altri esperti, oltre alla prefazione – intensa e spassosa – di Patrizio Roversi. Un libro – ben scritto, chiaro e completo – per chi vuole studiare il fenomeno, o anche, più semplicemente, per chi desidera comprenderne a fondo tutti gli aspetti: i “fondamentali”, tutte le tipologie di turismo – eco, solidale, sostenibile – in Italia, in Europa, nel mondo, la storia di AITR e il vivace dibattito in corso.

Scrive Gianni Morelli, viaggiatore e “papà” delle guide Clup:

“C’è ancora bisogno di parlare di turismo responsabile?. Non mi pare che l’industria turistica abbia fatto passi da gigante verso la responsabilità. Sono cambiati gli organizzatori, i croupier, ma non le regole del gioco. Sono arrivati l’onnipresente copia/incolla della rete, la bulimia subdola di Trip Advisor, le proposte psicotrope del last minute e del low cost. Gli smartphone hanno eliminato le guide di carta. Gli indirizzi sono diventati elettronici. Ma le formule sono rimaste le stesse. E allora sono tentato di rispondere a mia volta con una domanda. In un’epoca in cui le trasformazioni rotolano più rapide della corteccia cerebrale e in direzioni spesso preoccupanti, se qualcuno ha ancora voglia di pronunciare la parola sostenibile, come si può non unirsi al coro? Visto che il turismo, inteso come viaggio di conoscenza, può essere un’esperienza senza uguali”.