Un manuale di comunicazione etica. Sarebbe la definizione piuฬ semplice per questo libro. Peccato che la parola manuale stia molto stretta alla comunicazione.
E che lโetica non possa essere considerata unโinsegna al neon, ma un concetto di cui aver cura come un fiore delicato. Nel campo della comunicazione le โricette da manualeโ sono tutto sommato semplici e ne sono pieni libri e librerie. Ma funzionano poco, soprattutto se sei una piccola realtaฬ e auspichi unโaltra economia.
Quei libri spiegano le ricette per โparlare aโ mentre in unโeconomia dove le relazioni contano davvero conviene โparlare conโ. Per conversare, infatti, le istruzioni non bastano: devi saper ascoltare; significa lasciare che la conversazione modifichi i tuoi punti di vista e sposti le tue intenzioni. Servono onestaฬ e fiducia, che dovrebbero essere caratteristiche intrinseche del concetto di comunicazione, prima ancora di tirare in ballo lโetica.
Lโaggettivo etico richiede ulteriore delicatezza: attribuirselo da soli suona facilmente arbitrario. Secondo noi non si puoฬ definire โeticaโ la comunicazione tout court, ma eฬ etico il processo comunicativo grazie al quale, portando con seฬ i propri valori piuฬ profondi – e con essi la lealtaฬ, lโestetica, la capacitaฬ di ascolto – una piccola realtaฬ naviga tra gli scogli e le secche di questo mondo competitivo ed effimero.
Benvenuti nel tema del libro: imparare, per quanto โpiccoloโ tu sia, a dire in modo chiaro e fresco cose interessanti e oneste su temi importanti (che a volte ti cambiano la vita), evitando di diventare pedanti o banali.
Questo libro serve in definitiva alle cosiddette โorganizzazioni con motivazioni valorialiโ.
In questa categoria cโeฬ anche una bella parte del profit, chiunque come me (e molti di voi) cerchi di guadagnare il pane rispettando il mondo e gli altri: il lavoro ci nobilita davvero se ci diverte e migliora le cose. Ne escluderei – sperando resti minoritaria – la parte del non profit che ragiona come le multinazionali, tra giochi di potere e alte spese di gestione.
Si rivolge anche a quei lavoratori che, nel marketing tradizionale, cominciano ad aver dubbi sullโetica del proprio mestiere e stanno scoprendo la relazione tra il labile significato del mass market e le poche soddisfazioni della propria vita creativa. Per brevitaฬ nel libro definiroฬ tutti voi โpesci piccoliโ (che sono piuฬ agili, ma devono stare attenti ai pesci grossi). Oppure โformicheโ (percheฬ i dinosauri si sono estinti, ma le formiche no). Spesso vi daroฬ del voi, percheฬ presumo che siate proprio voi a leggermi. Oppure ti daroฬ del tu, tutte le volte che parlo di qualcosa che si pensa o si fa da soli. Io parleroฬ in prima persona quando esprimo miei pensieri o suggerimenti, useroฬ il noi quando il soggetto siamo โnoi di rete smarketingโ. Chiameroฬ voi anche โi buoniโ, contrapposti ai โcattiviโ: ovvio, staroฬ usando con ironia questo termine da fumetto. I cattivi ci aiutano percheฬ ci chiamano buonisti…