Diritti
Processi a Genova
Per quanto sia in corso da anni il tentativo di calare la vicenda di Genova G8 dentro una fitta coltre di oblio, i fatti del luglio 2001 e la gestione successiva del "caso" politico, morale, amministrativo continuano a pesare sulla…
Per quanto sia in corso da anni il tentativo di calare la vicenda di Genova G8 dentro una fitta coltre di oblio, i fatti del luglio 2001 e la gestione successiva del "caso" politico, morale, amministrativo continuano a pesare sulla vita pubblica del nostro paese. Nel luglio 2001 cominciò la fase autoritaria della "seconda repubblica" e negli anni successivi il quadro si è aggravato, perché il potere politico e i vertici di polizia hanno legittimato e coperto scempi e violazioni della legalità costituzionale e dei diritti umani.
La nostra scellerata classe politica – opposizione inclusa – considera chiusa la vicenda Genova G8, ma migliaia, milioni di persone chiedono ancora giustizia, e nelle aule del tribunale genovese stanno per riprendere le udienze per i processi di appello. Ma se ne parla – incredibilmente – solo a Genova. Rassegnati e manipolati come siamo, ci sembra tutto normale, ma questi articoli, pubblicati sulle pagine regionali di Repubblica, meritavano rilievo nazionale.
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Repubblica Genova
G8, la condanna della Ue apre l´ora degli appelli
Dal 2 ottobre i processi bis. La Corte europea: "Ancora non è stata fatta
giustizia"
Durissima censura di Strasburgo: "Nessuna chiarezza sulle vere
responsabilità
Il primo verdetto riguarderà i Black Bloc, poi a giudizio l´ex capo della
polizia De Gennaro
MASSIMO CALANDRI
«LE INCHIESTE sul G8 non sono state rigorose, né approfondite. Tantomeno
imparziali. Non si è fatta chiarezza sulla responsabilità di chi doveva
gestire le operazioni di polizia e mantenere l´ordine». La Corte Europea
dei Diritti dell´Uomo ha richiamato la giustizia italiana, esprimendo un
inequivocabile e imbarazzante giudizio sui fatti del luglio 2001. Perché
giustizia non è stata fatta, dicono a Strasburgo. Non ancora. La
magistratura non giudica delle scelte politiche, precisa la giuria
internazionale. Ma dovrebbe concentrarsi sui doveri di chi – in quei
giorni, e su diversi livelli – comandava le truppe. I vertici delle forze
dell´ordine, i cosiddetti superpoliziotti: protagonisti neppure sfiorati
dalle sentenze di primo grado.
Alla vigilia di una nuova stagione giudiziaria per i fatti del G8, la
sentenza emessa lo scorso mese a Strasburgo pesa come un macigno. La Corte
Europea, riconoscendo che il carabiniere Mario Placanica uccise Carlo
Giuliani per legittima difesa, ha fatto una serie di precise affermazioni.
Parole in un primo tempo passate in secondo piano, forse perché l´emozione
per il giudizio sull´omicidio di piazza Alimonda era troppo forte. Ma che
a partire dai prossimi giorni potrebbero giocare un ruolo decisivo nei
processi d´appello. I tre maxi-procedimenti del G8 stanno per riprendere.
Il 2 ottobre tocca per primo al dibattimento che vede imputati 25 presunti
Black Bloc, le Tute Nere italiane accusate di aver devastato e
saccheggiato la città di Genova, condannate complessivamente ad oltre un
secolo di prigione e con pene singole equivalenti in alcuni casi a quelle
che nei nostri tribunali vengono comminate agli assassini (11 anni di
reclusione per Marina Cugnaschi, 10 anni e 6 mesi per Vincenzo Vecchi e
Francesco Puglisi). Parleranno alcuni difensori, quindi la seconda sezione
del tribunale (Maria Rosaria D´Angelo, Paolo Gallizia, Massimo Cappello)
si ritirerà in camera di consiglio: la sentenza potrebbe arrivare nella
stessa giornata di venerdì, anche se è presumibile che si dovrà attendere
la settimana successiva.
Sempre il 2 ottobre riprende l´udienza nel procedimento contro Gianni De
Gennaro, l´ex capo della polizia ora al vertice del Dipartimento per le
Informazioni sulla Sicurezza, accusato di induzione e istigazione alla
falsa testimonianza. La procura ha chiesto due anni di reclusione per il
superpoliziotto, che avrebbe convinto l´ex questore Francesco Colucci a
mentire su alcune fasi del blitz alla scuola Diaz. Un anno e quattro mesi
è la richiesta per Spartaco Mortola, già numero uno della Digos. I due
hanno chiesto il rito abbreviato a differenza di Colucci, che sarà
giudicato con l´ordinaria scansione.
Il 20 ottobre comincia l´appello del processo per i soprusi e le violenze
nella caserma di Bolzaneto. La sezione del tribunale è la stessa che un
paio di settimane prima deciderà dei Black. Gli imputati – tra funzionari
di polizia, agenti, carabinieri, generali e guardie, ufficiali dell´Arma,
medici – sono 44. Il verdetto del luglio 2008 fu per molti versi
sorprendente: 15 condanne per 23 anni e 9 mesi complessivi di reclusione,
meno di un terzo di quanto chiesto dai pm. Sul procedimento è calata la
coltre nera della prescrizione, resta da vedere chi per primo la tirerà in
ballo in aula.
Il 28 ottobre è invece il giorno dell´appello per l´arresto illegale e il
pestaggio davanti alla questura di un adolescente preso a calci in faccia.
Un episodio che al vicequestore Alessandro Perugini è costato una condanna
a 2 anni e 3 mesi di reclusione.
A breve sarà infine fissata la prima udienza per l´appello relativo
all´assalto della scuola Diaz, una delle pagine più nere nella storia
della Polizia di Stato. Una pagina che la giustizia italiana, forte di
quelle parole provenienti da Strasburgo, potrebbe un giorno riscrivere.
Repubblica Genova
Il governo "dimentica" i 141 di Bolzaneto
IL PRIMO risarcimento è stato pagato dal Ministero dell´Interno all´inizio
dell´estate, diecimila euro per una giovane italo-svizzera pestata a
sangue ed arrestata illegalmente all´interno della scuola Diaz. Ma lo
Stato italiano, che come da sentenza di primo grado ha cominciato a
riparare i danni alle 93 vittime del famigerato blitz perpetrato
nell´ultima notte del G8, si rifiuta di fare altrettanto con le 141 parti
civili di un altro procedimento, quello legato alle violenze nella caserma
di Bolzaneto. In questo caso a sborsare il denaro – la somma provvisionale
è stimata complessivamente in un milione di euro – sono stati chiamati i
13 condannati e i ministeri dell´Interno, della Difesa e della Giustizia.