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Finanza / Opinioni

Nelle mani dei fondi

Larry Fink è l’amministratore delegato di BlackRock. Si è detto un grande sostenitore dei Bitcoin: “Credo che sia una fonte alternativa di detenzione di ricchezza” © World Economic Forum/Faruk Pinjo

Dalla banca per la ricostruzione dell’Ucraina al controllo delle più grandi multinazionali globali: sono i fondi i veri monopolisti del “mercato” e il loro potere aumenta senza contrappesi. Il caso di BlackRock, che in Italia ha quote, tra gli altri, di Intesa Sanpaolo, Unicredit ed Enel. L’editoriale del direttore, Duccio Facchini

Tratto da Altreconomia 267 — Febbraio 2024

Della ricostruzione dell’Ucraina dovrebbe occuparsi in futuro anche una banca. Poco più di un anno fa le autorità di Kiev hanno chiamato a costruirla i colossi finanziari americani BlackRock e JPMorgan Chase. Come stanno procedendo le cose lo ha riferito a gennaio un alto funzionario ucraino, Rostyslav Shurma, durante il World economic forum di Davos, in Svizzera, cui ha preso parte anche il presidente Volodymyr Zelensky. “Abbiamo almeno 500 milioni di dollari di capitale già impegnato e la banca potrebbe essere pronta per il lancio in cinque o sei mesi con quasi un miliardo”, è il virgolettato riportato da Reuters.

Lo schema è il seguente: BlackRock e JPMorgan dovrebbero contribuire alla creazione di un fondo per la raccolta di capitali pubblici in grado di “attrarre” poi investimenti privati per la ricostruzione postbellica, il cui costo è stimato nell’ordine di grandezza di centinaia di miliardi di dollari. “Su circa 280 progetti che hanno fatto domanda al fondo fino a ora, BlackRock e JPMorgan ne hanno visti tra i 25 e i 30 che potrebbero essere presi seriamente in considerazione”, ha aggiunto Shurma.

Il vicepresidente di BlackRock, Philipp Hildebrand, pure lui presente a Davos, ha dichiarato che il suo gruppo starebbe “assistendo Kiev nelle discussioni per la ricerca di fondi sovrani dalle banche di sviluppo o dai principali Paesi donatori per mitigare il rischio degli investimenti privati”. Il rischio, infatti, è altissimo, e non è ancora chiaro chi se ne dovrà far carico e chi invece potrà comodamente speculare sui rendimenti. Anche Penny Pritzker, da pochi mesi nominata da Joe Biden a rappresentante speciale degli Stati Uniti per la ripresa economica dell’Ucraina, ha incontrato Zelensky a Davos, e pur lodando gli “sforzi” dei due operatori privati, ha dovuto riconoscere che ci sono ancora tanti interrogativi aperti “sul presente e sul futuro”.

Anche la vicenda della ricostruzione dell’Ucraina mostra il potere e l’influenza che hanno acquisito in questi anni i colossi privati della finanza, i veri padroni e monopolisti del nostro sistema. Come ha scritto Alessandro Volpi su Altreconomia, “i primi dieci fondi del Pianeta decidono le sorti di 44mila miliardi di dollari e due soli di questi, BlackRock e Vanguard, ne gestiscono quasi la metà. Due soli fondi gestiscono un valore pari ad un quinto dell’intero Prodotto interno lordo (Pil) mondiale”. E quegli stessi dieci fondi detengono ormai circa il 50% -secondo alcuni studi anche il 60%- delle prime 500 società mondiali.

Tra le recenti “prove” di questo strapotere c’è la fresca acquisizione in gennaio da parte di BlackRock per 12,5 miliardi di dollari di Global Infrastructure Partners, un fondo che gestisce attivi per 100 miliardi di dollari e ha nel proprio portafoglio numerose partecipazioni nel settore delle infrastrutture. La diffusa pervasività si basa sulla liquidità infinita a disposizione dei fondi, tanto che proprio nei giorni di Davos alcune organizzazioni impegnate per la giustizia economica e la lotta alle disuguaglianze (Balanced Economy Project, SOMO, Global Justice Now e LobbyControl) hanno pubblicato un rapporto intitolato “Taken, not earned” (cioè “Preso, non guadagnato”), che mette a nudo natura ed effetti del monopolio della finanza e del comparto digitale, farmaceutico, agricolo ed energetico. “Dal 1995 i margini di profitto delle prime cento aziende del mondo sono stati in media del 43%, contro il 24% del 50% delle aziende più piccole esaminate. Negli ultimi tre anni i ricarichi sono saliti quasi al 50% per le aziende più grandi, contro il 25% per le più piccole”.

BlackRock, con gli oltre 9.400 miliardi di dollari di asset che ha in gestione, sta in cima alla piramide. La cosa ci riguarda. In Italia ha partecipazioni rilevanti in società quotate come Intesa Sanpaolo, Unicredit, Prysmian, Finecobank, Enel. Il volto societario che ha nel nostro Paese è quello della BlackRock (Netherlands) Bv: sede legale ad Amsterdam (a fiscalità agevolata), controllante nella City di Londra (altro regime di favore) e capogruppo nel Delaware (Usa, altro paradiso). L’ufficio secondario si trova in piazza San Fedele a Milano, sotto lo sguardo un po’ assorto di Alessandro Manzoni.

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