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Lo sciopero del suolo va in scena per la prima volta al mondo

© Transly Translation Agency - Unsplash

Attento super-uomo: se i funghi “si fermano” sei fritto. Il testo teatrale di Carnevali apre gli occhi ai grandi parlando ai piccoli. La rubrica di Paolo Pileri

Tratto da Altreconomia 276 — Dicembre 2024

Fungo: Sciopero! Sciopero!
Gnomo: Oddio, un altro! Chi è questa volta?
Fungo: Sciopero! Sciopero!
Folletto: Ma cosa succede? […]
Gnomo: Uno sciopero generale?
Talpa: Trasporti, comunicazioni, sanità, alimentari, smaltimento dei rifiuti…
Gnomo: Ma è un disastro!
Folletto: Eh già…
Fungo: Sciopero! Sciopero! Volete aiutarci nella nostra causa?
Gnomo: Quale causa?
Fungo: Vogliamo più visibilità! Più mobilità! Liberarci del tetto di asfalto che ci soffoca!

Quello che avete appena letto è solo un assaggio di un testo che Davide Carnevali, autore e regista teatrale, ha da poco finito di scrivere per le scuole. Tra novembre e dicembre centinaia di bambine e bambini potranno assistere a uno spettacolo teatrale al Piccolo di Milano dove sarà in scena la vita del e nel suolo, una vitalità straordinaria dalla quale dipendiamo senza rendercene conto.

Per questo motivo a un certo punto Davide Carnevali la ferma usando l’espediente dello sciopero, quello dei funghi che abitano la terra, ai quali è connessa l’esistenza delle piante e tanta biodiversità. Lo sciopero dei funghi diviene di fatto quello del suolo ed è un colpo di teatro geniale perché noi umani-fabbricatori, sempre concentrati su noi stessi, sulla nostra economia, sui nostri rimedi tecnologici, sui nostri egoismi, non pensiamo che una “cosa” come il suolo possa scioperare. Non ci passa per la testa.

Per noi la natura è sempre a disposizione. E invece qui si ferma ed è il disastro dei disastri. Zero alberi, zero prati, zero fiori, zero cibo, alluvioni dappertutto, caldo insopportabile, aria irrespirabile, gente che brancola alla ricerca di qualsiasi cosa da mangiare, come fa quel padre nel mondo post apocalittico del libro “La Strada” di Cormac McCarthy. Un inferno. Il racconto di Davide Carnevali vuole però evitarlo e allora si inventa lo sciopero degli invisibili funghi micorrizici, esausti per i continui maltrattamenti da inquinamento e cemento che subisce il suolo dove loro abitano: “Qui a Milano, come in tante altre città, il suolo è sempre più povero.

Le radici delle piante sono sempre più deboli e le connessioni funzionano sempre peggio. A causa dell’asfalto. In città il suolo è coperto dall’asfalto. È come se mettessimo un tappo qui sopra”. Lo sciopero dei funghi è un gesto estremo che viene usato per aprire gli occhi agli umani.

Le bambine e i bambini che assisteranno alla prima rappresentazione teatrale dove andrà in scena lo sciopero del suolo saranno 500 per dieci gli spettacoli organizzati dal Piccolo teatro di Milano

Se funghi e/o batteri del suolo incrociassero le braccia si fermerebbe l’economia più fondamentale del Pianeta e una valanga di danni e disagi ci arriverebbe addosso. Con un pizzico di profetica fantasia potremmo vedere nelle alluvioni, nelle frane, nelle colate di fango che stanno mettendo in ginocchio i territori di mezza Italia ed Europa qualcosa di simile a delle prove tecniche di sciopero del suolo.

Uomini avvisati, mezzi salvati. La libertà dell’espressione teatrale ha inventato questo geniale sciopero di fantasia per aprire gli occhi a tutti noi. Invitiamo tanti teatri a dare spazio allo sciopero del suolo con lo spettacolo di Davide Carnevali, che ringraziamo.

Paolo Pileri è ordinario di Pianificazione territoriale e ambientale al Politecnico di Milano. Il suo ultimo libro è “Dalla parte del suolo” (Laterza, 2024)

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