Cultura e scienza / Opinioni
Le vittime tracciano la “via” per una nuova società
Il loro messaggio porta le indicazioni per dare forma a una società liberata: va ascoltato, raccolto, tradotto, incarnato e delineato come visione corale. Le “idee eretiche” di Roberto Mancini
Che fare? È una situazione disperata e confusa. Il sistema politico è imploso. Mancano guide autorevoli, con l’eccezione di papa Francesco, la cui voce è ignorata dai potenti, censurata dai media e quasi inascoltata nella Chiesa. Ci si sente impotenti. Molti ricorrono alla rimozione: si sa che la guerra nucleare e lo sconvolgimento del Pianeta incombono ma si fa finta di niente. Senso di impotenza, confusione e rimozione non aiutano.
Invece bisogna scegliere di scoprire la propria coscienza. Insieme al desiderio essa è la vera sorgente della nostra energia politica, sociale, culturale, economica, educativa.
Solo gli individui incoscienti sono impotenti. Quando fanno massa diventano il serbatoio del consenso per i governanti peggiori: più questi sono nocivi e più ottengono il voto delle maggioranze. Ma quando ci sono persone con la coscienza desta, che scoprono la responsabilità di esistere con umanità e di agire per fermare la barbarie, le cose cambiano. In ogni dimensione della vita (interiore, interpersonale, sociale, internazionale, ambientale) è grazie a queste persone che si sprigiona la forza della pace, che è la forza di coltivare tutte le relazioni con giustizia nonviolenta, con cura intelligente e con la capacità di dare futuro alla vita comune.
Tante persone già esprimono tale energia nella sfera delle relazioni quotidiane, nel lavoro, nel volontariato. Ora bisogna impegnare questa forza per rigenerare l’azione politica. Perciò occorre che nasca un grande movimento di liberazione da quel sistema del capitale, della guerra e del potere che è legittimato da una miscela di liberismo, nazionalismo, fascismo, sessismo, fondamentalismo, razzismo, individualismo e disperazione (che, come diceva Theodor Adorno, è l’ultima ideologia). Le persone e le comunità con la coscienza sveglia spesso restano disperse. Però ora possono mettersi in cammino insieme: la scoperta della coscienza porta frutto solo se si va incontro agli altri per far nascere una società nuova. Che ci si orienti secondo l’umanesimo dei diritti o secondo la visione ecologica, secondo il femminismo o secondo la cooperazione educativa, secondo il dialogo interculturale o secondo la verità della nonviolenza, secondo la fede religiosa o secondo la pura passione per la vita, l’essenziale è coinvolgersi per costruire comunità e movimenti sociali di democrazia integrale.
Parlo dei soggetti impegnati nella salvezza dal sistema di autodistruzione, come ad esempio le ragazze e i ragazzi di Fridays for future o la rete della Società della cura. Da parte sua, chi si sente politicamente a sinistra dovrà dare il proprio apporto mettendo da parte le vecchie identità e i soliti schemi comportamentali. Il nome di ognuno dei partiti di quest’area politica è il nome di un fallimento. D’ora in poi questi soggetti -almeno quelli disposti a costruire l’alternativa- dovranno avere l’umiltà di mettersi al servizio di un progetto inedito. Si dirà che il progetto non esiste. Invece sta maturando dal messaggio che viene da tutte le persone e i gruppi impegnati contro la prepotenza al potere: in Italia come in Iran, in Russia come in Ucraina, in Turchia come in Ungheria, negli Stati Uniti come in Cina, sui barconi nel Mediterraneo come nei villaggi dell’Afghanistan, nelle scuole e nelle università come nelle fabbriche o nei campi infestati dal caporalato.
Il messaggio che viene dai perseguitati porta le indicazioni per dare forma a una società liberata. Va ascoltato, raccolto, tradotto, incarnato e delineato come visione corale. Dalle vittime affiora la consapevolezza per far maturare un’altra società. Se agiamo politicamente al servizio di un progetto che realizzi questa visione nascente, superando il culto della nostra piccola identità, allora il messaggio emergerà in piena luce. A quel punto, poiché la strada e la meta della liberazione saranno diventate visibili e credibili, moltissimi si sveglieranno. Sarà l’inizio della sconfitta per la disumanità che sta distruggendo il mondo.
Roberto Mancini insegna Filosofia teoretica all’Università di Macerata; il suo libro più recente è “Gandhi. Al di là del principio di potere” (Feltrinelli, 2021)
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