Diritti
La televisione non regala niente
Fioccano multe e sanzioni alle società televisive: propagandano pacchetti ad un prezzo che poi lievita.
La televisione non ti regala nulla. E’ il succo di due sanzioni che Sky e Mediaset hanno ricevuto nelle scorse settimane per altrettante campagne pubblicitarie "ingannevoli". Quella di Mediaset è stata sospesa dal giurì, mentre quella di Sky sanzionata dall’Agcom. Per quanto riguarda la campagna di Mediaset, è stata Sky stessa a ricorrere all’Istituto di autodisplina pubblicitaria per tre messaggi pubblicitari volti a sponsorizzare l’offerta Mediaset Premium "Prova gratis".
"Nel primo -scrive il giurì- diffuso attraverso un telecomunicato, due noti attori si trovano in una pasticceria e, mentre assaggiano vari tipi di dolci le cui forme e colori evocano i contenuti dei programmi che costituiscono l’offerta, affermano "Da oggi puoi provare Premium Gratis!", "La vedi fino al 1º ottobre senza pagare l’abbonamento e poi decidi". Il secondo e il terzo, diffusi mediante stampa e folder, reiterano i medesimi concetti che caratterizzano lo spot".
Secondo Sky i messaggi erano ingannevoli sotto diversi aspetti.
"In primo luogo -scrive ancora il Giurì-, la vantata natura gratuita sarebbe in realtà subordinata al versamento di una somma iniziale di 39 €, corrisposta al momento della sottoscrizione di un abbonamento annuale, informazione questa che compare in un super, unitamente ad altre avvertenze relative alle condizioni di validità dell’offerta e sui costi di recesso. Inoltre, il concetto di "prova" sarebbe fuorviante, dato che, come specificato all’interno del sito Internet Mediaset Premium, l’obbligo di pagamento del canone non scatterebbe a fronte di una decisione positiva del soggetto di abbonarsi, bensì a fronte del mancato recesso dall’abbonamento, cui il consumatore è già vincolato, entro il 31 ottobre".
Una questione apparentemente complicata, ma in realtà assai semplice: come spesso accade, fannopassare dei servizi per gratuiti e in realtà l’inganno ti arriva dritto dritto in bolletta.
Il Giurì ha dato ragione a Sky. "Dal momento che i messaggi possono dirsi indubbiamente incentrati sulla nozione di gratuità, l’unica decodifica possibile è ritenere che vi sia assoluta mancanza di un corrispettivo per l’offerta, circostanza questa che viene smentita da avvertenze comunicate mediante un super illeggibile nel telecomunicato, e attraverso caratteri assai piccoli, nel messaggio stampa e nel folder. Il Giurì non può invece accogliere le contestazioni relative al concetto di prova, ricordando che, nel contesto delle regole giuridiche, non solo il periodo di prova non è incompatibile con la stipulazione di un contratto, ma si distingue dalla fattispecie della vendita con riserva di gradimento".
Il Giurì ne ha ordinato la cessazione in base alle regole vigenti. Sky forse ha gioito, ma ha poco da esultare. Nelle scorse settimane è stata condannata dall’Agcom a pagare una multa da 150 mila euro per la campagna pubblicitaria sull’offerta natalizia. In breve: i costi annunciati nelle pubblicità non erano esattamente quelli reali.