Diritti
La Russa al processo Diaz, evviva
L’onorevole Ignazio La Russa, che di professione fa l’avvocato, anche se da molto tempo ormai siede in parlamento, ha fatto sapere che terrà l’arringa di quattro capisquadra imputati al processo Diaz. E’ una notizia interessante. Indica probabilmente che l’onorevole La…
L’onorevole Ignazio La Russa, che di professione fa l’avvocato, anche se da molto tempo ormai siede in parlamento, ha fatto sapere che terrà l’arringa di quattro capisquadra imputati al processo Diaz. E’ una notizia interessante. Indica probabilmente che l’onorevole La Russa, esponente di primo piano della destra italiana, intende dare un rilievo politico al processo Diaz e in qualche modo cavalcarlo.
Se così sarà, avremo un’ulteriore indicazione di qual è il profilo reale della destra italiana, che nel caso Diaz non ha mai esitato da che parte stare, come continuamente ripetono vari suoi esponenti: dalla parte delle forze dell’ordine. Il che va benissimo, ma è un fatto che all’onorevole La Russa, e ai vari Fini, Pisanu, Scajola, insomma a tutti quanti si sono occupati a vario titolo del caso, non è mai venuto in mente che una destra seria, “europea” come va di moda dire da qualche tempo, avrebbe messo al primo posto il rispetto della legalità. E avrebbe quindi detto che non è possibile fare una difesa corporativa di alcuni agenti imputati per un episodio così grave, e che è ben più importante tutelare la credibilità delle forze dell’ordine, così gravemente compromessa dalla “macelleria messicana” scatenata dentro la scuola.
Una destra “europea” avrebbe anche valutato quanto meno con freddezza l’atteggiamento processuale di quasi tutti gli imputati: 27 su 29 (uniche eccezzioni Vincenzo Canterini, capo del VII reparto mobile, e Michelangelo Fournier, quello appunto della “macelleria messicana”) si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, diritto che spetta agli imputati ma che poco si attaglia a funzionari e dirigenti dello stato. Una destra europea starebbe molto attenta a queste cose, che hanno a che fare con l’onore e l’etica istituzionale.
Ieri i quattro capisquadra difesi da La Russa hanno rilasciato “dichiarazioni spontanee” in tribunale, senza contraddittorio, dopo avere appunto rifiutato d’essere interrogati: uno ha raccontato di un crocifisso usato come scopino nel water, un altro ha sostenuto di avere visto, al momento dell’arrivo alla scuola, un gruppo di persone vestite di nero che si allontanavano a passo di marcia…
Duole dirlo, ma siamo caduti veramente in basso. E tuttavia l’intervento di Ignazio La Russa sarà rivelatore di una cultura e di uno stile, quindi chiarificatore. Benvenuto al processo, onorevole.