Finanza / Opinioni
La regia interessata degli hedge fund nella crisi finanziaria
I colossi della finanza speculativa continuano a macinare utili a scapito dei piccoli investitori. Aumentando così le disuguaglianze. La rubrica di Alessandro Volpi
Voglio raccontare una storia penso sconosciuta ai più. Eric Glenn Wintemute è l’amministratore delegato di Vanguard, la più grande società di investimenti al mondo, con asset in portfolio per oltre novemila miliardi di dollari. Non esiste una sua biografia in italiano, eppure è uno degli uomini più potenti del mondo poiché possiede una quota superiore al 3,5% di Vanguard ed è il solo azionista “visibile” di questa società che ha fatto una fortuna colossale in meno di dieci anni, scommettendo su titoli pericolosi come gli Etf (Exchange traded fund, ovvero fondi che si legano a un indice azionario, ndr).
Oggi la società guidata da Wintemute è azionista rilevante di tutto ciò che conta: dalle grandi compagnie energetiche (Exxon, Chevron, Shell, Bp, Eni e persino Gazprom) a Google, Jp Morgan, Walt Disney, Warner Bros, Netflix e Amazon, solo per citare alcune delle infinite partecipazioni.
In sintesi: un uomo sconosciuto ai più è il terminale di una rete del tutto opaca di fondi che sono proprietari di una società (Vanguard appunto) che decide le sorti dell’economia mondiale usando come strumenti principali di azione quelli della peggiore finanza speculativa. Strumenti che dal 2016 hanno accumulato migliaia di miliardi scommettendo e vincendo grazie alla natura drogata delle stesse scommesse messe in essere da un monopolista che dunque vince sempre. Qualcuno continua a chiamarlo “mercato”, magari qualificandolo anche come “libero”: una definizione del tutto impropria, come dimostrano alcune vicende recenti.
Nella prima metà di maggio, anche per effetto della crisi bancaria degli Stati Uniti, si è diffusa l’idea che possa prendere corpo una recessione: di conseguenza si rafforzano i titoli considerati rifugio. Ed è singolare che tra questi compaiano quelli di McDonald’s e Pepsi, perché vendendo “cibi popolari” sono considerati dai mercati marchi più sicuri: di fronte alle difficoltà economiche, infatti, la valutazione diffusa è che la clientela dei McDonald’s e i bevitori di Pepsi cresceranno, rinunciando ad altri consumi più costosi.
Il Ceo di Vanguard, Eric Glenn Wintemute, è il solo azionista “visibile” di questo colosso finanziario. Di cui detiene il 3,5% delle azioni. Di lui si sa pochissimo.
Ma di chi sono McDonald’s e Pepsi? La risposta è ancora una volta molto semplice: Vanguard, BlackRock e Capital Research Management, grandi hedge fund che in entrambi i casi detengono quasi il 20% del capitale. Di fronte alla crisi bancaria, Apple ha inventato un conto deposito che in pochissimi giorni ha raccolto oltre un miliardo di dollari. I giornali hanno scritto che in questo modo l’azienda guidata da Tim Cook fa concorrenza alle banche. Non esageriamo. Ma chi sono i principali azionisti di Apple? Di nuovo, i grandi fondi hedge: Vanguard, BlackRock, Berkshire Hathaway e State Street Corporation possiedono il 25% del capitale della società. Alla faccia della concorrenza.
Questo sistema però ha vincitori e vinti. Tra marzo e maggio, mentre i fondi facevano shopping, le obbligazioni emesse dalle banche degli Stati Uniti sono state svalutate per quasi duemila miliardi di dollari. Una cifra simile all’intero prodotto interno lordo italiano. Ma chi possiede queste obbligazioni? In gran parte sono nei fondi sanitari e previdenziali dei lavoratori statunitensi che, dunque, avranno pensioni più basse e faticheranno a curarsi. Finanziarizzazione, privatizzazione e disuguaglianze sono tre espressioni dello stesso fenomeno. Sarebbe bene prenderne atto.
Alessandro Volpi è docente di Storia contemporanea presso il dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Pisa. Si occupa di temi relativi ai processi di trasformazione culturale ed economica nell’Ottocento e nel Novecento.
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