Diritti
LA PROCURA E IL FUOR…
LA PROCURA E IL FUORILEGGE CASARINI La procura di Venezia ha detto che mancano i presupposti per infliggere a Luca Casarini la sorveglianza speciale, chiesta dal questore di Venezia. Secondo il pm, intervenuto durante la camera di consiglio in tribunale, le…
LA PROCURA E IL FUORILEGGE CASARINI
La procura di Venezia ha detto che mancano i presupposti per infliggere a Luca Casarini la sorveglianza speciale, chiesta dal questore di Venezia. Secondo il pm, intervenuto durante la camera di consiglio in tribunale, le circostanze addebitate a Casarini non sono così gravi da giustificare le misure chieste dal questore, che comportano il divieto di muoversi dal Comune di residenza e la sorveglianza dell’abitazione. Ora toccherà al tribunale decidere, ma l’esito sembra segnato: la richiesta del questore sarà respinta.
Per Casarini e quanti si sono mobilitati in suo sostegno, sottoscrivendo anche un appello, è una vittoria. La richiesta del questore è sembrata a molti da valutare nel quadro di una strategia di repressione del dissenso, che ha preso di mira Casarini per il suo ruolo di capofila del movimento dei disobbedienti. Il continuo ricorso a strumenti repressivi tipici del codice Rocco (introdotto nel 1930) è l’altro elemento d’allarme. Casarini, appena conosciute le posizioni della procura, ha chiesto le dimissioni del questore; a livello politico, si è sentita la voce di An che ha parlato – con il capogruppo in consiglio comunale a Venezia, Raffaele Speranzon – di “trionfo dell’illegalità”. “Da anni il fuorilegge Casarini – è questa la tesi sostentuta da Speranzon – semina caos e causa disordini nella nostra ed in altre città italiane”. Casarini sarebbe stato salvato dai suoi “compagni magistrati”.
Come si vede, l’idea che possa esistere un diritto al dissenso, anche radicale, da garantire ai propri avversari, non è patrimonio comune di chi fa politica in Italia.
Qui sotto la lettera scritta da Luca Casarini a chi firmò l’appello in suo favore
Volevo ringraziarvi tutti per la solidarietà che mi avete dimostrato
firmando l’appello. Per quanto riguarda la vicenda, come forse avrete avuto
modo di sapere, nell’udienza del 24 marzo scorso la Procura, che rappresenta
la pubblica accusa ed in teoria dovrebbe sostenere la richiesta del
Ministero degli Interni e del Questore sull’applicazione della sorveglianza,
ha espresso parere contrario.
E’ un fatto molto positivo se non determinante ai fini di una decisione da
parte della Giuria, composta da tre magistrati, che tra una settimana si
esprimerà.
Questa “spaccatura” tra polizia e procura apre degli spazi significativi per
una battaglia di libertà più generale, che va ben al di là del mio singolo
caso: la denuncia e l’impugnazione di tutti quei provvedimenti restrittivi
della libertà emessi negli ultimi tempi dalle questure o da alcune Procure
nei confronti di molti attivisti del movimento, motivati dalla “pericolosità
sociale”.
Solo qui, nel territorio dove abito, sono decine gli articoli 1
(pericolosità sociale), i fogli di via (solo io ne ho ricevuti 2 per tre
anni che mi impediscono di recarmi a Padova e a Monselice), l’obbligo di
firma quotidiana nei commissariati, gli arresti domiciliari e la
carcerazione preventiva, che ci sono piovuti adosso.
E’ una battaglia più generale quindi, quella per l’eliminazione degli
strumenti repressivi del Codisce fascista Rocco e delle leggi Scelba, quella
che stiamo tutti aprendo, consapevoli che le restrizioni dei diritti
politici e civili sono un aspetto di quella guerra contro la democrazia
reale che purtroppo va dalle strage di civili nei bombardamenti (che non
sono diverse dalle stragi dell’11 settembre o di Madrid), all’istituzione
dei centri lager per migranti, all’incarcerazione degli oppositori politici.
Quindi ancora grazie, personalmente e collettivamente da parte della
comunità alla quale appartengo, e ad un risentirci a presto, dopo la
sentenza che speriamo affossi definitivamente la sorveglianza speciale.
Non so se un altro mondo è possibile, so che è sicuramente necessario
desiderarlo.
Luca