Nel canto XXII del “Paradiso”, Dante Alighieri offre una delle più lucide visioni della condizione umana: dall’Empireo, contemplando la Terra come un’“aiuola”, ne coglie la piccolezza e insieme la drammatica natura. È un luogo che, pur essendo destinato a ospitare la bellezza della vita, diventa teatro di ferocia, guerre e violenza. “L’aiuola che ci fa tanto feroci” è più di un’immagine poetica: è un monito eterno contro le pulsioni distruttive che, ieri come oggi, segnano il destino dell’umanità.
Oggi la guerra permea il nostro presente. Dai conflitti visibili sui campi di battaglia alle guerre economiche, sociali e ambientali, la violenza è un rumore di fondo che pare ineluttabile. Eppure, l’urgenza di rilanciare il pensiero e il movimento pacifista non è mai stata così stringente. Serve una presa di distanza radicale, un cambio di prospettiva che, come Dante, ci porti a guardare il mondo con occhi diversi, capaci di riconoscerne la fragilità e il valore.
L’antologia contro la