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Cultura e scienza / Opinioni

Inserire la tutela dell’ambiente in Costituzione è stato un errore

Il Duomo di Orvieto è alto poco più di 50 metri. Nel territorio circostante dovrebbe sorgere un parco eolico con pale alte quattro volte tanto. commons.wikimedia.org

Le modifiche apportate alla Carta suscitano molte perplessità e aprono a uno scenario potenzialmente dannoso. La rubrica a cura di Tomaso Montanari

Tratto da Altreconomia 269 — Aprile 2024

La modifica dell’articolo 9 della Costituzione, avvenuta nel 2022, è stata, a mio giudizio, un pessimo affare. Per la prima volta dal 1948, uno dei dodici principi fondamentali della Carta è stato cambiato: un passo decisivo e gravido di conseguenze nella legittimazione di ulteriori potenziali interventi, magari nel segno di una sovversione (e magari di matrice fascista). Il terzo comma aggiunto all’articolo 9 recita: “[La Repubblica] tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”.

I profili problematici che la caratterizzano sono almeno quattro. A partire dalla necessità e l’opportunità della positivizzazione del riferimento all’ambiente e le implicazioni della sua distinzione dal paesaggio. Ci sono poi la scelta di enucleare due soli aspetti specifici (biodiversità e ecosistemi) e la citazione degli interessi delle future generazioni con il valore del ter

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