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In un’Italia più povera e disuguale cresce il gioco d’azzardo
Il 2021 ha fatto segnare un nuovo record in termini di raccolta e una spesa pro-capite di 2.229 euro. Soprattutto online. La rubrica a cura di Pierpaolo Romani
Diamo i numeri. Detta così, la frase potrebbe prestarsi a diversi significati. A scanso di equivoci, chiariamo: forniamo alcuni dati che ci aiutano a capire il contesto storico in cui viviamo e a riflettere sull’incremento del gioco d’azzardo in Italia. Viviamo un contesto difficile, complesso, per certi versi pauroso e pericoloso, aggravato dalla pandemia e dalla guerra. Partiamo dai dati forniti dalla Caritas: nel nostro Paese il numero di poveri assoluti ha raggiunto i 5,6 milioni, di cui 1,4 milioni bambini. Si è poveri per problemi economici, perché si è perso il lavoro, è fallito un matrimonio, non si dispone di una casa, non si sta bene di salute, si è immigrati, invisibili e sfruttati.
Più di tre milioni di ragazzi, secondo il rapporto Cgil-AcionAid, sono “Neet”: non studiano, non lavorano, non si stanno formando. Chi vive nel Sud d’Italia sente maggiormente il peso della disuguaglianza rispetto a chi vive nel Nord, come certifica il rapporto sui Sustainable development goals (SDGs) dell’Istat. Nel Mezzogiorno, scrive Banca d’Italia in un rapporto pubblicato a giugno, “i livelli di impiego della forza lavoro, già tra i più bassi di Europa, sono ulteriormente diminuiti, come è diminuita la qualità media dell’occupazione; nel settore privato rimane alta l’incidenza del lavoro irregolare ed è maggiore l’instabilità dei rapporti lavorativi”.
La povertà, in Italia, non è solo materiale. È anche povertà di occasioni, opportunità, sviluppo umano, non solo economico. Per molti, una scelta -o l’unica scelta- possibile è quella di fuggire. Anche dalla nostra penisola. Nell’ultimo rapporto della Fondazione Migrantes si legge che nel 2021 gli italiani emigrati all’estero sono 5,8 milioni a fronte di 5,2 milioni di stranieri residenti nel nostro Paese. Tra i nostri connazionali che fuggono, molti sono giovani che cercano di realizzare i loro sogni di studio e di lavoro. Tanti di loro hanno perso la fiducia anche nella politica, come si è visto alle recenti elezioni. Dei 16,5 milioni di elettori che non si sono recati alle urne -il dato più alto della storia repubblicana- una fetta consistente era composta di persone tra i 18-34 anni.
Sono 111 i miliardi di euro giocati d’azzardo legalmente in Italia nel 2021 (il 21% in più rispetto al 2020): 2.229 euro in media a persona
Se vivi in un Paese dove crescono la povertà, le disuguaglianze e la disoccupazione; dove molti hanno perso la speranza verso un futuro migliore; dove il lavoro che ti offrono, in diversi casi, è in nero, non dignitoso e pericoloso (790 morti nei primi nove mesi del 2022, dati Associazione nazionale mutilati e invali del lavoro) che fai? Se non fuggi, puoi pensare che il futuro te lo giochi. Nel vero senso della parola. Il 26 ottobre, l’Agenzia nazionale delle dogane e dei monopoli ha presentato il suo Libro Blu, pubblicazione annuale che riporta i dati su raccolta, spesa, vincite e incassi erariali del gioco d’azzardo legale in Italia. I dati sono impressionanti. Il volume di denaro giocato in Italia nel 2021 è aumentato del 21% rispetto al 2020, attestandosi sul valore di 111 miliardi di euro, facendo segnare un nuovo record. Considerando la popolazione maggiorenne residente in Italia censita dall’Istat, lo scorso anno ogni italiano ha giocato in media 2.229 euro. Spesso perdendo, sia in termini economici sia di salute.
Per cambiare la propria vita, anche rapidamente, migliaia di persone giocano scommettendo sulla fortuna. Sia recandosi fisicamente nelle sale scommesse sia, soprattutto, online. Sono stati più di 67 i miliardi giocati virtualmente, in crescita del 36% rispetto al 2020. Per il 2022 l’Agenzia delle dogane e dei monopoli stima una raccolta complessiva (fisica e online) pari a 135-140 miliardi di euro. Ci stiamo giocando il futuro. Ci stiamo perdendo il presente.
Pierpaolo Romani è coordinatore nazionale di “Avviso Pubblico, enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie”, www.avvisopubblico.it
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