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Ambiente / Inchiesta

In Italia le potenzialità della filiera della soia restano inespresse

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Nel nostro Paese il 95% della materia prima agricola viene destinata alla filiera zootecnica per i mangimi. Un’occasione persa. Il ridotto impatto ambientale della coltura andrebbe valorizzato il più possibile con il consumo diretto

Tratto da Altreconomia 268 — Marzo 2024

La soia in Italia c’è, ma non si vede. Anche se la produzione nazionale, pari 1,05 milioni di tonnellate nel 2023 (dati Istat), è ben un terzo di quella europea e, soprattutto, la superficie coltivata è pari a circa 300mila ettari: un dato costante negli ultimi anni ma che dal 2006 è più che raddoppiata, superando anche il riso (nel 2022, 218mila ettari). La soia non esiste perché non c’è nessuno orgoglio nel produrla, dato che la maggior parte di quella consumata non finisce sulle nostre tavole. O almeno non direttamente.

Simone Lesca è il titolare di un’azienda agricola biologica di Langosco (PV), in Lomellina. Produce riso, cereali e legumi, serve anche i gruppi d’acquisto solidali ed è tra i pochi in Italia a proporre al consumatore la soia in chicchi. “Qualcuno in televisione dovrebbe cucinarla”, spiega. E non è un paradosso perché, prendendo come esempio il mondo del riso, Lesca nota come “oggi tutti ci chiedono il Carnaroli, perché in tv parlano solo di quella varietà. Ma il

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