Diritti
Il rozzo teorema di Cosenza
Il pm Fiordalisi ha chiesto condanne pesanti per gli imputati al processo di Cosenza contro alcuni attivisti della rete del Sud ribelle e alcuni altri (fra questi anche Luca Casarini, inserito nella lista in una seconda fase). L’inchiesta cosentina ha…
Il pm Fiordalisi ha chiesto condanne pesanti per gli imputati al processo di Cosenza contro alcuni attivisti della rete del Sud ribelle e alcuni altri (fra questi anche Luca Casarini, inserito nella lista in una seconda fase). L’inchiesta cosentina ha fatto epoca per la vacuità delle contestazioni, tutte frutto di intercettazioni telefoniche ed epistolari. Gli imputati non sono accusati di fatti concreti, ma di avere costituito una associazione sovversiva volta alla cospirazione politica per turbare le funzioni di governo, sovvertire l’ordine economico costituito nello stato e altri reati che potremmo definire minori ma che suonano comunque roboanti: attentato contro organi costituzionali, propaganda sovveriva, con l’aggiunta di porto (solo porto, non uso) di oggetti atti ad offendere, invasione di edici, istigazione a disobbedire alle leggi dell’ordine pubblico.
Il pm Fiordalisi accusa in sostanza gli imputati di avere concepito e realizzato un’organizzazione sovversiva che sarebbe responsabili dei disordini del 2001 a Napoli (marzo) e Genova (luglio). All’inizio dlel’inchiesta, nel novembre 2002, alcuni degli attuali imputati furono arrestati e rinchiusi in carceri di massima sicurezza, come pericolosi terroristi: ora siamo alle richieste di pena e si vede che le accuse hanno un contenuto puramente ideologico; non si contestano fatti, violenze, si sostiene la tesi della regia unica dei disordini di piazza, ma ci si guarda bene – evidentemente – dall’analizzare i fatti per quello che sono, altrimenti si scoprirebbe il ruolo decisivo avuto dalle forze dell’ordine.
Come dicemmo all’avvio dell’inchiesta, il procedimento di Cosenza è sbagliato e pericoloso: è un rozzo tentativo di criminalizzare un pezzetto del movimento del 2001 allo scopo di mettere fuori gioco anche le idee che quel movimento, tutto intero, sosteneva.