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Economia / Opinioni

Il risparmio energetico è la chiave per affrontare l’inverno. Ma per la politica è un tabù

© Giorgio Trovato - Unsplash

In questi mesi il governo italiano ha puntato su nuovi acquisti di gas, rigassificatori, riempimento degli stoccaggi a qualunque costo (pubblico), sussidi indiscriminati. Il tutto mentre campagne informative, appelli e men che meno obblighi alla riduzione dei consumi sono rimasti al palo. Un’assurdità, osserva Michele Governatori di ECCO

La famosa frase di Mario Draghi sui condizionatori (“Preferiamo la pace o il condizionatore acceso?”) sembrava “promettente” ma è rimasta sommersa nella linea molto diversa che il suo governo e in generale le istituzioni dell’energia italiana hanno sempre preferito dall’inizio della crisi: tenere lontani i riferimenti alla moderazione dei consumi.

Sì a diplomazia per nuovi acquisti di gas (con tutta la conseguente opacità riguardo alla distinzione di ruoli tra Eni e governo), nuovi rigassificatori, riempimento degli stoccaggi a qualunque costo (pubblico), ma almeno fino all’estate niente campagne informative, appelli e men che meno obblighi alla riduzione dei consumi. Poi una timida campagna pubblica sui media a inizio estate (prosegue? Non mi pare) dopo che l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea, oggi guidata dall’ex direttore dell’area gas del ministero dello Sviluppo economico) era uscita con proprie indicazioni e consigli di risparmio.

Perché il presidente Draghi non ha mai voluto spendere la sua credibilità per chiedere ai cittadini uno sforzo sui consumi? E dire che nella teoria e nella regolazione dei mercati dell’energia è consolidato che la sicurezza degli approvvigionamenti vada contemperata con il costo di garantirla, tant’è che nemmeno un’interruzione di fornitura è considerata un tabù dalla regolazione dell’energia se evitarla costa più del danno dell’interruzione stessa. Invece da noi nemmeno facilitazioni alle riduzioni volontarie sono state mai prese in considerazione. Per esempio: indurre i fornitori o i distributori di energia a proporre piani di cali di consumo o potenza a fronte di risparmi commisurati.

Poi c’è la questione degli aiuti pubblici indiscriminati alle bollette. Perché non limitare questi costosissimi sussidi (che oggi riguardano tutti i clienti domestici e aziende, seppure con modalità diverse) a volumi di consumo non dico di sussistenza, ma almeno di moderazione? Per quale motivo, per esempio, chi scrive ha un’Iva scontata sul gas su volumi a piacere consumati a casa sua, anziché essere obbligato a confrontarsi con il prezzo pieno oltre un certo limite?

Un conto è lasciarmi il diritto di consumare quanto voglio a prezzo di mercato (diritto che peraltro ritengo opinabile in un contesto di emergenza come questo, visto l’effetto che i prezzi hanno sull’economia produttiva), un conto è addirittura sussidiarmi per farlo, che è ciò che tristemente avviene fin dai primi decreti di risposta al caro-bollette.

Ora per fortuna interviene l’Europa con il suo regolamento sui risparmi, e qualcosa speriamo si farà. Che umiliazione però che sia Bruxelles a ricordarci che dopo i nostri investimenti in misuratori elettronici (tra i più moderni del mondo, e pagati in bolletta) non dovrebbe essere così difficile monitorare risparmi, volontari o coattivi che siano. Così come non dovrebbe essere difficile introdurre i prezzi dinamici e la demand-response che nei mercati più efficienti d’Europa sono in fase ben più avanzata.

Forse la nostra politica patisce una sorta di tabù del pauperismo: la paura che la moderazione, per quanto intelligente sia, venga associata a una regressione in termini di benessere o modernità. Mi sfugge però come si possa da un lato pensarla così, dall’altro mettere in guardia dai danni elevatissimi proprio al sistema economico di prezzi impazziti. Se questi prezzi fanno davvero male, non sarebbe ora di reagirvi con intelligenza?

In questo approfondimento, ECCO mostra perché è proprio il risparmio la chiave per farci meno male possibile il prossimo inverno.

Michele Governatori è Energy programme lead di ECCO think tank

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