Cultura e scienza / Attualità
Il concerto per tutelare le dune degli Alberoni al Lido di Venezia
Sabato 11 settembre la rete di performer internazionali “Artists for plants” organizza un pomeriggio di incontri in una delle aree più a rischio dell’alto Adriatico. Installazioni e musica per sensibilizzare la cittadinanza alla cura dell’ambiente
Musica e arte per difendere le dune degli Alberoni, paesaggio ricco di biodiversità a rischio nella Laguna di Venezia. I suoni e le opere sono quelli di “Artists for plants”, rete di performer internazionali che ricordano la centralità delle piante negli ecosistemi e la necessità di prendersene cura. L’11 settembre mettono in scena una giornata di incontri per richiamare l’attenzione su uno dei più importanti habitat dell’alto Adriatico e sensibilizzare la cittadinanza alla tutela dell’ambiente.
“L’evento è il punto di arrivo di una call internazionale lanciata lo scorso aprile. Il nostro obiettivo è stato porre l’attenzione su due realtà in pericolo: Chocò in Colombia e gli Alberoni in Italia”, spiega ad Altreconomia Sara Michieletto, violino primo del teatro “La Fenice” di Venezia, organizzatrice dell’appuntamento insieme a Bianca Nardon e al gruppo di lavoro di “Artists for plants”. “Vogliamo fare conoscere la realtà delle dune, mostrare il loro delicato ecosistema e quanto sia fondamentale mantenerlo”. Tra le porzioni di territorio di dune sabbiose più importanti del Veneto, le dune sono un’area di interesse comunitario tutelata dalla direttiva “Habitat” (la direttiva 92/43/CEE, approvata nel 1992 dalla Commissione europea, ha lo scopo di salvaguardare la biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali, della flora e fauna selvatiche nel territorio europeo degli Stati membri, ndr). Associazioni ambientaliste e comitati cittadini sottolineano la necessità di difenderle di fronte ai pericoli legati alle attività turistiche che interessano il Lido.
Dalle Filippine alla Turchia, sono 30 gli artisti che hanno risposto all’appello. “Abbiamo notato che molti di loro hanno una sensibilità che li porta ad ammirare le piccole cose e la bellezza della vita che si nasconde ovunque. Hanno una coscienza allargata, si sentono parte di un tutto, e quando vedono luoghi minacciati dall’intervento umano, desiderano portare la loro testimonianza”, prosegue Michieletto. Ne sono sono stati selezionati 14 le cui opere sono allestite virtualmente sul sito di “Artists for plants”. Come “Private garden” di Chiara Ferrin, artista modenese, che vuole spingere lo spettatore a riflettere sugli effetti causati dalla mancata coscienza ambientale: diciassette fotografie immortalano giardini privati, prima e dopo brutali interventi di potatura, e sono alternate a immagini di un bosco spontaneo nato nella periferia urbana.
O “Let the plants breathe” di Mario Alimede: un’istallazione in gommalacca che dà forma al grido d’aiuto, secondo l’autore, urlato ogni giorno dalla natura di fronte all’emergenza climatica. Tra i nomi del cartellone, anche l’artista torinese Michele Liuzzi con il suo “Prove di scena per frammenti fotosintetici in ordine sparso” messo in scena nell’area delle dune. Il progetto nasce dalla raccolta di oggetti rinvenuti nel sito degli Alberoni -la spiaggia, la costa, la scogliera- e nelle sue vicinanze; l’installazione crea un legame virtuoso tra terra, mare e cielo nell’immagine di una figura che si offre alle onde e ai venti librandosi nell’aria.
“Si esibisce, inoltre, un ensemble vocale guidato dal direttore Vincenzo Piani cui partecipano anche tre artisti provenienti dalle Fondazioni Lirico Sinfoniche Italiane. Il coro eseguirà autori veneziani del Cinquecento come Andrea Gabrieli e il brano ‘Ecco mormorar l’onde’ di Claudio Monteverdi”, prosegue Michieletto. “Tra tutti gli artisti c’è uno stesso filo conduttore. L’idea collaborativa del lavoro, modellata sul mutuo appoggio delle piante. È a loro che ci siamo ispirati”.
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