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Diritti / Attualità

“Il Comune di Milano pretenda la chiusura del Cpr”. L’appello della società civile al sindaco

Il sindaco di Milano Giuseppe Sala e il ministero dell'Interno Matteo Piantedosi © Pietro Re, Fotogramma

Diverse realtà della società civile, tra cui Altreconomia, chiedono a Giuseppe Sala di pretendere dal Viminale la chiusura della struttura di via Corelli e il risarcimento per il danno d’immagine provocato alla città dalla condizione disumana in cui vivevano i reclusi. L’azione popolare verrà presentata al convegno “Stati generali sulla detenzione amministrativa” del 17 e 18 maggio

Il Comune di Milano deve pretendere la chiusura del Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) di via Corelli e chiedere il risarcimento per il danno d’immagine subito dalla città per le gravi violazioni dei diritti dei reclusi. È il cuore dell’azione popolare promossa da Altreconomia, ActionAid, Antigone Lombardia, Asgi, Cild, Le Carbet, Mai più lager-No ai Cpr, MeltingPot, Naga, Spazi Circolari, insieme con altre sigle della società civile milanese e privati cittadini che chiede al sindaco Giuseppe Sala di rivolgersi al ministero dell’Interno per pretendere la chiusura della struttura.

I promotori dell’appello sottolineano che il Cpr di Milano, fin dalla sua riapertura, è stato teatro di “profonda sofferenza e di costante violazione di diritti inviolabili, quali il diritto alla difesa, alla salute, a una vita dignitosa, alla libertà di comunicazione”. Lo abbiamo raccontato più volte anche su: dall’abuso di psicofarmaci ai documenti contraffatti presentati dalla società “Martinina Srl” per aggiudicarsi la gara milionaria indetta dalla prefettura per la gestione. Proprio l’azienda oggi è indagata per frode in pubbliche forniture.

“Nonostante le documentate condizioni di vita inumane e degradanti e le inchieste da parte della Procura -si legge nell’appello- il Governo non ascolta le innumerevoli denunce da parte della società civile e annuncia l’idea di aprire un secondo Cpr sul territorio milanese”. Ma la presenza di queste strutture è in contrasto, per le organizzazioni promotrici, con lo statuto della Città di Milano, secondo cui è compito del Comune garantire “uguaglianza di trattamento alle persone e alle formazioni sociali nell’esercizio delle libertà e dei diritti, senza distinzione di età, sesso, razza, lingua, religione, opinione e condizione personale e sociale”.

Per questo alcuni cittadini milanesi hanno presentato una formale istanza al Sindaco Giuseppe Sala affinché si attivi per ottenere la chiusura del Cpr e un risarcimento per il danno all’immagine e all’identità della città. Come tra l’altro già successo a Bari dove, in seguito a un’iniziativa simile, il ministero dell’Interno era stato condannato al risarcimento di 32mila euro per “danno di immagine” al Comune di Bari, per quanto successo nell’allora Centro di identificazione ed espulsione (Cie) della città. Se Sala, entro 90 giorni, non procederà con la richiesta saranno i cittadini stessi, attraverso una sorta di “sostituzione processuale”, a procedere nei confronti del Viminale.

L’azione popolare verrà promossa in occasione degli “Stati generali sulla detenzione amministrativa” si svolgeranno venerdì 17 e sabato 18 maggio al Teatro Officina di Milano

A supporto dell’azione popolare promossa, si chiede alla comunità milanese che si riconosce nelle parole dello Statuto e intende difenderne i principi, di sottoscrivere un appello (è possibile farlo qui) affinché tali valori non vengano svuotati di significato dall’inerzia legittimante delle istituzioni di fronte all’orrore e alla vergogna del centro di via Corelli. L’azione popolare verrà presentata al convegno “Stati Generali sulla detenzione amministrativa” che si terrà al Teatro Officina di Milano (stazione metro Gorla) venerdì 17 e sabato 18 maggio 2024. Parteciperà anche Altreconomia. Qui è possibile consultare il programma completo.

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