Diritti
Genova, ministero (ri)condannato
Il breve articolo che compare qui sotto – pubblicato dall’edizione ligure di Repubblica – andrebbe stampato, messo nel portafoglio ed estratto ognivolta che si sente dire, magari durante una discussione al bar (servirebbe anche in parlamento o a Porta a porta, ma…
Il breve articolo che compare qui sotto – pubblicato dall’edizione ligure di Repubblica – andrebbe stampato, messo nel portafoglio ed estratto ognivolta che si sente dire, magari durante una discussione al bar (servirebbe anche in parlamento o a Porta a porta, ma lì è più difficile esserci), che Genova fu messa a ferro e fuoco dai manifestanti e perciò le forze di polizia furono obbligate a reagire.
L’articolo riferisce della nuova condanna al risarcimento (dovrebbe essere la sesta) inflitta al minsitero dell’Interno per le violenze gratuite e ingiustificate commesse in piazza contro cittadini inermi. In questo caso è stato stabilito un cospicuo risarcimento per ferite morali e non fisiche: è una cosa molto importante, perché indica la profondità del danno procurato dalla scellerata condotta delle forze di polizia in quelle giornate.
La notizia, ancora una volta, è stata relegata nelle pagine locali dei giornali e non ha suscitato alcuna reazione: tacciono i vertici di polizia, tace il ministro degli Interni, chiamato ancora una volta a risarcire in denaro i cittadini vessati. Sarebbe necessario anche un risarcimento morale – attraverso una severa condonna delle violenze compiute allora, un messaggio di scuse al paese e la previsione di misure volte ad evitare in futuro episodi del genere – e questo toccherebbe al potere politico. Ma il ministro, oltre che dimissionario, è su questo tema afasico: tace, per debolezza politica e culturale, mostrando la sua incapacità di tutelare la dignità e l’onore delle istituzioni.
Questo comportamento è possibile anche per l’assenza di “controllo democratico” da parte dell’opinione pubblica. Tutto insomma si tiene: il giudice condanna ma la sentenza alla fine non ha quasi alcun effetto, perché la polizia incassa in silenzio, i sindacati di polizia guardano altrove, i media minimizzano e il ministro, in conclusione, fa finta di nulla. Come sorprendersi se la fiducia nelle istituzioni è ai suoi minimi storici?
Repubblica Genova
Medico picchiato dalla polizia risarcito di 35mila euro
TRENTACINQUEMILA euro, soprattutto per le “ferite inferte all´anima”, a
titolo di risarcimento per il pestaggio a sangue, per le botte ricevute da
un medico genovese da parte della polizia durante i giorni caldi del G8,
giorni di tensione e di violenze continue e ripetute. La sentenza, emessa
ieri dal giudice Laura Casale, ordina al Ministero dell´Interno di pagare
la somma.
«Un risarcimento congruo – ammette Emilio Robotti, il legale della difesa
– direi quasi elevato rispetto agli stessi danni fisici che possono essere
provocati da un incidente o da altro». Il giudice Casale, infatti, più che
il danno biologico ed estetico, avrebbe accertato quello psicologico,
esistenziale, appunto le “ferite” indelebili inferte alla mente del
medico, che di quell’episodio di violenza sarebbe rimasto scioccato, al
punto da non dormire più la notte, di avere pesanti e quotidiane
ripercussioni sulla sua professione di medico.
M. P., queste le iniziali del medico al centro del caso, il 20 luglio del
2001 si trovava in piazza Savonarola, insieme ad altri medici ed
infermieri. Da una parte della piazza c’era un gruppetto di black-bloc che
stava devastando tutto ciò che si trovava sulla sua strada, dall’altra il
personale assistente del Social Forum, con alcuni giornalisti. Da un
plotone di uomini del Settimo Reparto Mobile di Roma (quello comandato da
Vincenzo Canterini) sarebbe partita la carica, senza alcuna ragione,
quando la piazza era ormai sgombra.
«Ho alzato le braccia, ho urlato sono un medico – racconta con comprensibile sofferenza M. P. ritornando a quei giorni – ma è iniziata la violenta aggressione, a colpi di manganelli». Oltre alle varie testimonianze, il difensore del medico avrebbe fornito al Tribunale Civile tutti i fotogrammi video, ripresi da ogni angolazione della piazza.
(g. fil.)