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Diritti / Opinioni

A Foggia non basta la repressione per contrastare la mafia

Foggia libera foggia
Un momento della mobilitazione #foggialiberafoggia manifestazione promossa da Libera per dire no alla mafia dopo i violenti episodi registrati nei primi giorni di gennaio 2020. © Libera

La criminalità organizzata vive di traffici illeciti e violenza. L’inizio del 2020 ha certificato la sua prepotenza. È tempo di reagire. La rubrica di Pierpaolo Romani, “Avviso Pubblico”

Tratto da Altreconomia 223 — Febbraio 2020

Dal 2015, secondo il Censis, il Mezzogiorno ha perso quasi 310mila abitanti. A scappare sono soprattutto i giovani capaci e meritevoli, stanchi di vivere in un contesto che non offre loro reali possibilità di crescita umana e professionale. Le cause sono molteplici e fra queste vi è la soffocante presenza del clientelismo, della corruzione e delle mafie che frenano lo sviluppo, danneggiano l’ambiente, minano la democrazia e la sicurezza.

Un caso emblematico nelle ultime settimane è stata la Puglia e, in particolar modo la città e la provincia di Foggia. L’inizio del 2020 è stato con il botto. Non di petardi per festeggiare l’arrivo del nuovo anno, ma di colpi di pistola e bombe. In dodici giorni si è registrato un omicidio, l’incendio di due bar e una pasticceria, cinque ordigni piazzati rispettivamente davanti a un centro estetico ad Apricena, a una caffetteria a S. Giovanni Rotondo, al Banco Posta di Cerignola -Comune recentemente sciolto per mafia- e, da ultimo, una sotto l’autom

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