Diritti
Ecco un’idea nuova: più polizia
Il nuovo segretario del Pd sembra più intraprendente del suo predecssore, e questo è un bene, vista la condizione di passività e conformismo che si respira in Italia, a fronte di un governo e altre istituzioni che marciano spedite oltre…
Il nuovo segretario del Pd sembra più intraprendente del suo predecssore, e questo è un bene, vista la condizione di passività e conformismo che si respira in Italia, a fronte di un governo e altre istituzioni che marciano spedite oltre e spesso contro le regole e lo spirito della Costituzione.
L’ultima proposta di Dario Franceschini lascia tuttavia molto perplessi. L’idea è di concentrare in un unico giorno le elezioni amministrative e il voto per il referendum elettorale (una "riforma" verso un radicale bipartitismo), mentre il governo è orientato a dedicare una giornata ad hoc al referendum, col proposito di farlo fallire tramite il mancato raggiungimento del quorum (l’idea è che la gente ha poca voglia di votare e quindi non si presenterebbe al seggio, mentre voterebbe nel caso di concomitanza con le amministrative).
Franceschini dice che la data unica permetterebbe un risparmio di 400 milioni di euro, soldi che potrebbero essere destinati – ecco la proposta – alla sicurezza, ossia alla polizia di stato, per un aumento degli organici. Franceschini, evidentemente, ha bisogno di "fare colpo" e punta anche lui sul tema della sicurezza, sperando (come Veltroni) di fare concorrenza alla Lega Nord e al resto della destra sul loro terreno.
E’ assai dubbio che una scelta del genere sia fruttuosa sul piano elettorale, e anzi tutto fa pensare che non lo sia (vedi il voto a Roma e alle politiche nel 2008, con campagne elettorali tutte giocate sulla sicurezza). In aggiunta bisognerebbe chiedere a Franceschini se non trova un tantino demagogica la sua stessa proposta, in un paese che ha il record europeo per numero di agenti delle varie forze dell’ordine rispetto alla popolazione.
Forse Franceschini ritiene che si debba "dare risposte" all’ossessione securitaria che invade il paese, ma farebbe meglio a chiedersi, magari rileggendosi il libro di George Lakoff "Non pensare all’elefante", se il futuro del suo partito, ma più in generale di un’idea progressiva e liberale di democrazia, non risieda nello spostamento dell’argomentazione e della porposta sul terreno più vero, ossia la sicurezza sociale: lavoro, istruzione, pensione, sanità.
La destra è pronta ad affrontare la grande crisi in arrivo con i suoi strumenti più classici: legge e ordine, repessione del dissenso, riduzione delle libertà sindacali, razionamento dei diritti e dei servizi, tutela dei ceti dirigenti. Su questo terreno è imbattibile e se la crisi darà dura come sembra – come se non peggio la crisi del ’29 – molti istituti democratici saranno travolti.
L’opposizione non dovrebbe allora prevenire questa catastrofe organizzando i lavoratori, appoggiando le reti associative, indicando una via d’uscita in termini di politica economica, rilanciando ad esempio l’idea dell’economia mista, con un ampio ritorno, quindi, della mano pubblica?
A che serve ragionare di un aumento della polizia nelle strade? Lakoff nel suo libro indicava le ragioni della lunga supremazia della destra repubblicana negli Stati Uniti: era riuscita a imporre la propria agenda pubblica, il proprio limguaggio anche all”opposizione.