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Direttiva Ue sulla due diligence: un’occasione da non perdere

Lo scorso febbraio la Commissione europea ha presentato una proposta di direttiva sulla "due diligence" © Guillaume Perigois, unsplash

A giugno si celebrano la giornata mondiale dell’ambiente, quella contro il lavoro minorile e quella per i rifugiati. La nuova normativa punta a rendere le imprese responsabili per le violazioni dei diritti ma occorre agire perché sia realmente efficace. La rubrica di Equo Garantito

Tratto da Altreconomia 249 — Giugno 2022

A giugno si celebrano la giornata mondiale dell’ambiente, quella contro il lavoro minorile e quella per i rifugiati. È l’occasione giusta per ribadire come tutti i diritti siano interconnessi tra loro, strettamente legati gli uni agli altri. E per ricordare come questa interconnessione sia evidente nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Negli anni, purtroppo, documenti e dichiarazioni d’intenti per un mondo più equo e sostenibile si sono susseguiti, spesso senza un effettivo miglioramento in termini sociali e ambientali.

In questo contesto, si inserisce la proposta di Direttiva sulla due diligence (“dovuta diligenza”) presentata lo scorso 23 febbraio dalla Commissione europea e che adesso dovrà seguire un lungo iter negoziale a cui tutti potremo contribuire per non rendere vana questa possibilità di cambiamento.

Impresa 2030 – Diamoci una regolata” è la campagna italiana -cui Equo Garantito aderisce, insieme ad altre dieci grandi organizzazioni della società civile- che mira a fare pressione sulle istituzioni europee affinché la Direttiva non sia un’occasione sprecata. Per chi opera nelle organizzazioni equosolidali e supporta il fair trade, non è una novità sapere che le imprese si trovano spesso a operare in contesti di sostanziale impunità. Molte, troppe di loro sono coinvolte -direttamente o indirettamente- in devastazioni ambientali, violazioni sistematiche dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, espulsioni di popoli indigeni dalle loro terre ancestrali e sfruttamento del lavoro minorile.

La Direttiva rappresenta una potenziale rivoluzione: norme cogenti, una nuova visione di fare impresa, diritti umani e ambiente al centro dell’azione. Si dovranno mappare i rischi su ambiente e diritti umani; prevenire gli impatti negativi e definire misure di rimedio; rendere le imprese legalmente responsabili e garantire accesso alla giustizia alle vittime di abusi.

L’attuale proposta, però, appare non priva di criticità che rischiano di annacquarne le potenzialità: il campo di applicazione è inadeguato (solo l’1% delle imprese europee rientrerebbe nell’ambito di questa Direttiva); l’accesso alla giustizia è debole, non garantendo alle vittime un’effettiva riparazione del torto subito; non si copre l’intera catena del valore, limitandola alle relazioni commerciali consolidate, facilmente raggirabili; si rischia che l’adempimento sia assunto dalle imprese come l’ennesima “lista da spuntare”; la definizione di impatto è molto limitata; non si impone un piano per il contrasto alla crisi climatica; non è sufficientemente garantito il coinvolgimento di tutti gli stakeholders. Tutte integrazioni e miglioramenti già previsti, sin dal 2011, dalle Linee guida delle Nazioni Unite sui imprese e diritti umani e dalle Linee guida dell’Ocse sulle imprese multinazionali che però non vengono recepite nella proposta.

Per superare tali limiti è perciò fondamentale considerarci tutti parte in causa e responsabili del processo facendo ognuno la propria parte: imprese, società civile e Ong, Stati e governi. Il commercio equo e solidale -in Italia e a livello mondiale- si è già attivato per dare il proprio contributo. La Direttiva sulla due diligence può ridisegnare il modello di business, per una cultura di impresa in linea con le sfide del futuro, per costruire quell’altro mondo possibile che il commercio equo e solidale aveva immaginato ormai quasi mezzo secolo fa. Una straordinaria opportunità per mettere l’economia al servizio del progresso umano e della tutela dell’ambiente: people (and Planet) before profit.

Equo Garantito. Assemblea Generale Italiana del Commercio Equo e Solidale è l’associazione di categoria delle organizzazioni di Commercio Equo e Solidale italiane

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