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Diritti / Opinioni

Criticare la gestione dei servizi pubblici in Italia può comportare la cancellazione da Facebook?

© Michael Dziedzic - Unsplash

A inizio ottobre di quest’anno Remo Valsecchi, che per Altreconomia ha curato il dossier “Carissimo gas” sul (non) funzionamento del mercato dell’energia, è stato “definitivamente” rimosso dal social network. Per quale ragione? La società irlandese non lo dice: “Non possiamo fornire maggiori informazioni sul motivo”

M’è sorto un dubbio. I diritti dei cittadini, quelli previsti dall’articolo 21 della Costituzione (“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”) esistono ancora?

Anni fa chiesi a un senatore le ragioni per cui un decreto legge contenesse norme che sarebbero entrate in vigore mesi dopo, successivi anche al termine previsto per la conversione in legge, quando l’articolo 77 della Costituzione stabilisce che il governo non può emanare decreti con valore di legge ordinaria salvo, “in casi straordinari di necessità e di urgenza” con decreti legge con carattere provvisorio e con obbligo di conversione entro 60 giorni dalla loro emanazione pena, in caso contrario, la loro decadenza sin dall’origine. La risposta fu che da molto tempo, ormai, quei vincoli non erano più applicati.

Quando consulto la Costituzione, quella, ad esempio, pubblicata sul sito del Senato, sto solo consultando una Costituzione formale? Esiste forse una Costituzione ufficiosa non accessibile ai comuni cittadini.

Non mi spiego, se così non fosse, perché una società con sede in Irlanda, Facebook Ireland limited, possa permettersi di censurare, senza nemmeno spiegarne le ragioni, una libera e garantita opinione, cancellando un post o, addirittura, eliminare “definitivamente” l’account di un utilizzatore dell’omonimo social.
È quanto accaduto a me con questa email che ho ricevuto il 3 ottobre 2022. “Salve Remo, abbiamo stabilito che non hai l’idoneità necessaria a usare Facebook. Per scoprire di più sulle normative di Facebook, ti preghiamo di rivedere la Dichiarazione dei diritti e delle responsabilità di Facebook. Sfortunatamente, per motivi di sicurezza e protezione, non possiamo fornire maggiori informazioni sul motivo per cui il tuo account è stato disabilitato. Questa decisione è definitiva e apprezziamo la tua comprensione”.

Nemmeno la motivazione, nemmeno il diritto alla difesa è consentito. Non ho mai fatto uso di frasi ingiuriose, non ho mai offeso qualcuno, non uso parole volgari, scurrili o sessiste, non è nel mio costume, sono contrario a ogni espressione razzista, non faccio apologie di passati o attuali regimi e non faccio spam.
Chissà perché tutti questi aspetti, esclusi dalle regole di utilizzo, sono ampiamente diffusi eppure tollerati.

Uso il social solo per informare le persone delle mie ricerche e conoscenze, in particolare per quanto riguarda i servizi pubblici, a difesa delle persone deboli e contro le disuguaglianze sociali e, magari, nelle ultime settimane, esprimere le mie opinioni politiche, sempre in modo garbato e non da tifoso.
Non può trattarsi che di una censura dell’opinione politica inaccettabile in una società che vuole essere democratica. Ho infastidito qualcuno? Può darsi. Non mi disturba essere stato cancellato, posso benissimo farne a meno. Mi disturba il fatto che sia impedito un diritto costituzionalmente garantito.

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