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Diritti

Casa e guerra, sentenze amiche

Come si dice, c’è ancora un giudice a Berlino… Sui giornali di oggi sono riportate due notizie che corrono in parallelo. A Padova il giudice dell’udienza preliminare ha condannato Luca Casarini e altri attivisti per un’azione del febbraio 2003, quando fu impedito,…

Come si dice, c’è ancora un giudice a Berlino… Sui giornali di oggi sono riportate due notizie che corrono in parallelo. A Padova il giudice dell’udienza preliminare ha condannato Luca Casarini e altri attivisti per un’azione del febbraio 2003, quando fu impedito, vicino a Monselice, il passaggio di un treno che trasportava materiale bellico alla base Usa di Camp Darby (fra Livorno e Pisa) in vista dell’imbarco e dell’utilizzo nell’imminente aggressione all’Iraq. Gli imputati hanno avuto pene lievi (20 giorni di carcere, commutati in 760 euro di ammena, con pena sospesa) per interruzione di pubblico servizio, ma sono stati assolti dall’accusa più grave – blocco ferroviario -, con il riconoscimento delle cosiddette attenuanti speciali, ossia per avere agito “per motivi di particolare valore morale e sociale“. Si trattava infatti di un’azione pacifista, che intendeva ostacolare una portentosa macchina da guerra. Il giudice lo ha compreso e non ha trattato gli attivisti politici come semplici teppisti.
A Roma un altro giudice ha invece mandato assolti, perché il fatto non sussiste, un gruppo di attivisti di Action, l’associazione impegnata da tempo nella lotta per il diritto alla casa, rinviati a giudizio per un’accusa gravissima: associazione a delinquere finalizzata all’occupazione di case. E’ un’assoluzione molto importante, perché Action, come altri gruppi analoghi in varie città italiane, è attiva su un fronte delicatissimo: il declino dell’edilizia pubblica e popolare, il trionfo della speculazione edilizia, il decollo dei costi delle case e degli affitti hanno reso sempre più difficile l’accesso all’abitazione, e chi si batte – anche con l’occupazione di edifici inutilizzati – per trovare sistemazioni decenti a migliaia di famiglie, è molto esposto sia sul piano politico che penale. Quando si parla di proprietà privata, scattano le reazioni più violente. La motivazione dell’assoluzione non è ancora nota, ma il rigetto dell’impianto accusatorio è fondamentale, perché evita che Action e gruppi simili siano messi letteralmente fuori legge.

Per concludere, vale la pena segnalare, come richiamo alla realtà e alla percezione che si ha di simili sentenze sul fronte perbenista, il commentino pubblicato dal Corriere della Sera:

“Sono ‘morali’ i napoletani esasperati dal tanfo dei rifiuti che alzano muri davanti alle discariche? Altamente ‘sociali’ i padroncini dei Tir strozzati dalle accise sul gasolio che svuotano i banchi dei supermercati? Un punto fermo lo ha messo il giudice di Padova su chi ferma i treni per impedire ai carrarmati di raggiungere l’Iraq: mossi da fini giusti. La sentenza, che concede a condannati per interruzione di pubblico servizio l’attenuante dei motivi di ‘particolare valore social e emorale’, costituisce un precedente in vista di altre barricate. Forse un po’ rischioso”.

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