Diritti
CARRIERE BIPARTISAN…
CARRIERE BIPARTISAN Il comunicato riportato qui sotto, fimato dal Comitato verità e giustizia per Genova, non comparirà domani su nessun giornale. Contiene una presa di posizione non rituale di fronte alla notizia che Francesco Gratteri, l’imputato di grado più alto…
CARRIERE BIPARTISAN
Il comunicato riportato qui sotto, fimato dal Comitato verità e giustizia per Genova, non comparirà domani su nessun giornale. Contiene una presa di posizione non rituale di fronte alla notizia che Francesco Gratteri, l’imputato di grado più alto fra i 28 sotto processo per le violenze e le illegalità commesse alla scuola Diaz il 21 luglio 2001, prosegue imperterrito la sua carriera ai vertici della polizia di stato. Nemmeno il cambio di governo gli ha nuociuto. Anzi, forse gli ha giovato, visto che Gratteri, molto stimato negli ambienti politici, è considerato "uomo della sinistra".
Anche il governo Prodi, dunque, sta facendo la sua scelta di campo, nel delicato settore dei diritti civili e dei rapporti fra cittadinanza e forze di sicurezza, sempre più opache e più forti. Il tutto, naturalmente, avviene nell’indifferenza generale.
Ecco il comunicato del Comitato Verità e Giustizia per Genova.
CASO GRATTERI, IL NUOVO GOVERNO COME IL PRECEDENTE
E’ cambiata la maggioranza di governo ma nulla cambia per gli uomini della polizia imputati ai processi per il G8 di Genova: le carriere proseguono, le promozioni continuano. Il dottor Francesco Gratteri, l’imputato di grado più alto dei 28 a giudizio per i pestaggi e gli arresti arbitrari alla scuola
Diaz, continua la sua carriera ai vertici della polizia di stato. Francesco Gratteri questore di Bari, e’ stato nominato direttore della Direzione anticrimine.
Dalla nuova maggioranza ci saremmo aspettati qualcos’altro, perché in questo modo non si aiuta la polizia né chi ci lavora, e nemmeno i cittadini che vorrebbero fidarsi di istituzioni pulite e al di sopra di ogni sospetto. Durante il G8 di Genova, come riconoscono ormai tutti gli osservatori indipendenti e in buona fede, ci fu un’autentica sospensione dei diritti costituzionali. In qualsiasi democrazia, di fronte a una pagina così nera, la politica, per tutelare il buon nome, il prestigio e la credibilità delle
forze dell’ordine, avrebbe chiesto almeno ai dirigenti imputati di fare un passo indietro, in attesa delle sentenze. In Italia no. In Italia i dirigenti imputati (Gratteri è solo uno di questi) vengono addirittura promossi.
E’ questa la svolta promessa dalla coalizione che pure ha nel suo programma il varo di una commissione parlamentare d’inchiesta sul G8?
Genova, 8 gennaio 2006
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