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Banca Etica, l’assemblea straordinaria e le proposte di modifica dello statuto

Il 18 settembre sarà un passaggio importante per gli oltre 45mila soci di Banca Etica. Rilevanti proposte di modifica dello statuto sono all’ordine del giorno e riguardano anche i mandati in Cda e la presidenza. Il tutto è subordinato all’esito dell’iter autorizzativo in corso presso Banca d’Italia. Di che cosa si tratta

Sull’agenda degli oltre 45mila soci e socie di Banca Etica c’è una data cerchiata in rosso, quella di sabato 18 settembre 2021. È fissata per allora l’assemblea straordinaria chiamata a discutere -in presenza, presso i Cantieri Culturali della Zisa di Palermo, e da remoto- le proposte deliberate dal Consiglio di amministrazione in merito alla modifica dello statuto, del Patto associativo e del Regolamento dei portatori di valore.

È un passaggio importante, subordinato peraltro all’esito dell’iter autorizzativo attualmente in corso presso la Banca d’Italia.

“Il Consiglio di amministrazione di Banca Etica, valorizzando sollecitazioni e riflessioni nate nei tanti percorsi partecipativi, ha avviato un percorso di aggiornamento dello Statuto, nell’ambito di un più ampio progetto denominato Cantiere Governance Cooperativa”, hanno spiegato qualche settimana fa i consiglieri guidati dalla presidente Anna Fasano.

Durante il “Cantiere”, continua il Cda, sarebbero emerse “questioni che, da tempo, interessano soci e organi sociali e hanno a che fare con delle norme previste nello statuto”.
Tre in particolare: il numero delle persone componenti il consiglio, la definizione del numero totale dei mandati, la “riflessione sul concetto di minoranza” (e la sua rappresentanza in Cda).

Su quest’ultimo punto -della minoranza, o pluralità- sul fatto che con le regole attuali una lista che non supera il 33% dei voti rimane senza rappresentante in Consiglio, il Cda ha espresso la “necessità di approfondimento e di presa in carico”, proponendo di lasciare la situazione così com’è.

Veniamo ora alle modifiche che invece hanno preso forma e sono all’ordine del giorno.
Alcune sono legate alla normativa di vigilanza, altre alle innovazioni riportate dal recente Regolamento in materia di requisiti e criteri di idoneità allo svolgimento dell’incarico degli esponenti aziendali delle banche, entrato in vigore lo scorso 30 dicembre.

La proposta che non deriva da “automatismi” o recepimenti “dovuti” è invece quella della durata in carica degli amministratori (articolo 32), dibattuta anche in passato nella storia di Banca Etica (sotto la presidenza di Fabio Salviato).

Lo statuto in vigore prevede che “Gli Amministratori durano in carica tre esercizi e sono rieleggibili per un massimo di quattro volte consecutive”. La proposta sulla quale sono chiamati a esprimersi i soci della banca il 18 settembre 2021 determina che il limite al numero di quattro mandati che una persona può fare come consigliere/a sia da “considerarsi assoluto” (cancellando quindi possibili periodi di “pausa” o “salto di giro”), prevedendo però un’eccezione.

Quale? Nel caso in cui si diventi presidente al quarto mandato se ne potrebbe fare un quinto ulteriore, e la circostanza si applicherebbe all’oggi. Fasano, divenuta presidente al quarto e ultimo mandato di consiliatura, potrebbe perciò ricandidarsi.

Per il Consiglio la modifica rappresenta una “valorizzazione del ruolo della persona presidente”, concepita allo scopo di assicurare “utile continuità nella gestione della società”.

La proposta messa in discussione recita così: “Ove una persona consigliere risulti eletta per la prima volta quale presidente del Consiglio di amministrazione al suo quarto mandato da consigliere, al fine di assicurare utile continuità nella gestione della società in considerazione della funzione cruciale che il presidente svolge per garantire il buon funzionamento del Consiglio e del sistema di governo societario, è data a quest’ultima la facoltà di ricandidarsi alla successiva elezione del Consiglio di amministrazione per un eventuale quinto mandato unicamente quale candidato presidente del Consiglio di amministrazione e capolista di lista partecipativa o autonoma. In ogni caso nessuna persona consigliere potrà esercitare il ruolo di presidente del Consiglio di amministrazione per un periodo superiore a tre mandati”.

La questione “mandati” richiama alla memoria un altro passaggio della storia di Banca Etica, pur con significative differenze di contesto e di biografie. Tra 2009 e 2010 fu proposta infatti dagli organi guidati dall’allora presidente Fabio Salviato l’eliminazione del limite di quattro mandati consecutivi per i componenti del Consiglio d’amministrazione. Banca d’Italia, dotata di poteri di vigilanza nei confronti delle banche, si oppose. “Lo trovo irresponsabile –ebbe a dire Salviato al Corriere del Veneto e a Milano Finanza, che non potè ricandidarsi- visto che ci troviamo a dover sostituire in un colpo otto-dieci consiglieri su tredici e contemporaneamente a dover affrontare una situazione delicata sui mercati finanziari”. La “continuità” pretesa allora da Salviato non passò anche per le resistenze della base sociale.

Oggi, come oltre dieci anni fa, è in corso l’iter autorizzativo e il parere di Banca d’Italia è decisivo. Ecco perché il punto chiave dell’assemblea straordinaria, pur convocata dal Cda, è subordinata al “buon esito” del procedimento.

Per la nostra rivista è naturale seguire da vicino questo passaggio e offrire alle socie e ai soci, al consiglio di amministrazione, alla presidente Fasano e a chi lo ritenesse opportuno, il giusto spazio e la parola. A poco meno di due mesi dal voto.

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