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L’arrampicata di tutti. Viaggio tra le vie spontanee del paraclimb

Lucia Capovilla, infermiera veneziana di 26 anni, è atleta della Nazionale italiana di paraclimb - © Sytse val Slooten

La disciplina sportiva per persone con disabilità cresce, in particolare a livello agonistico. Il racconto di chi l’ha scoperta e di chi l’ha ritrovata dopo un incidente. Un movimento spontaneo

Tratto da Altreconomia 217 — Luglio/Agosto 2019

Il primo campionato del mondo di arrampicata sportiva per persone con disabilità si è svolto in Italia, ad Arco di Trento, nel luglio del 2011. Vi presero parte 38 paraclimber. Otto anni dopo, ancora a luglio, sono ben 211 gli atleti iscritti al Paraclimbing World Championships di Briançon. Una crescita che in parte dipende dalla diffusione che ha avuto l’arrampicata sportiva in questi anni, ma in parte deriva dalle caratteristiche peculiari di questo sport, che può essere una risorsa preziosa per le persone con disabilità. A spiegarne il motivo è Paola Gigliotti, medico dello sport, membro onorario per i Programmi umanitari e sociali dell’IFSC (International Federation Sport Climbing, ifsc-climbing.org) e docente del corso di Scienze e tecniche dello sport e delle attività motorie preventive ed adattate dell’Università degli Studi di Perugia: “I movimenti spontanei dell’uomo sono il galleggiamento e il gattonamento. Spesso quest’ultimo viene negato ai bambini con disabilità: gattonand

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