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Economia / Attualità

Armi: stabili i trasferimenti internazionali, crescono i flussi in Medio Oriente

Tra il 2016 e il 2020 i trasferimenti internazionali di armi sono calati dello 0,5% rispetto ai cinque anni precedenti. Gli Stati Uniti assorbono il 37% dell’export globale, l’Italia scende alla decima posizione. Tra i nostri partner: Turchia, Egitto e Pakistan. L’aggiornamento dell’istituto di ricerca indipendente Sipri

Il volume dei trasferimenti globali di armi è diminuito dello 0,5% tra il 2016 e il 2020 rispetto al quinquennio 2011-2015 ma è cresciuto del 12% rispetto al 2006-2010. A monitorarne l’andamento è lo Stockholm International Peace Research Institute (Sipri) nel rapporto “Trends in international arms transfers” pubblicato nel marzo 2021. Nel periodo analizzato, i primi cinque esportatori sono Stati Uniti (37%), Russia (20%), Francia (8,2%), Germania (5,5%) e Cina (5,2%). Da soli, assorbono il 76% dell’export mondiale. L’Italia (2,2%) è scesa al decimo posto, dopo Israele e Corea del Sud. Negli ultimi cinque anni, i principali Paesi importatori di armi italiane sono stati Turchia (18%), Egitto (17%) e Pakistan (7,2%).

Il volume dei trasferimenti d’arma dal 1981 al 2020. Fonte: Sipri, 2021

“È troppo presto per dire se il periodo di rapida crescita dei trasferimenti di armi degli ultimi due decenni sia terminato”, ha affermato in una nota Pieter Wezeman, ricercatore senior del programma Sipri per le armi e le spese militari. “L’impatto economico della pandemia da Covid-19 potrebbe vedere alcuni Stati rivalutare le loro importazioni di armi nei prossimi anni. Al contempo, anche al culmine della pandemia nel 2020, diversi Paesi hanno siglato significativi accordi al riguardo”.

I primi 10 esportatori di sistemi d’arma tra 2016 e 2020. Fonte: Sipri, 2021

Gli Stati Uniti continuano a mantenere una posizione dominante. Nel periodo 2016-2020 il 47% delle esportazioni del Paese ha riguardato il Medio Oriente con un aumento del 28% rispetto ai cinque anni precedenti. I principali importatori sono Israele, Qatar e Arabia Saudita che è la destinataria del 24% dell’export statunitense. Sono invece diminuite le importazioni da parte degli Emirati Arabi Uniti e della Turchia: nel primo caso scese del 36% e nel secondo dell’81%. Il calo nelle esportazioni verso Ankara, si legge nel rapporto di Sipri, è riconducibile all’interruzione delle consegne di aerei da combattimento, avvenuta nel 2019, dopo che la Turchia aveva importato sistemi di difesa aerea dalla Russia. In caso contrario, se il contratto non fosse stato sospeso, la diminuzione delle esportazioni sarebbe stato inferiore rispetto a quella registrata. Nel periodo 2016-2020 Asia e Australia sono stati i destinatari del 32% delle esportazioni di armi provenienti dagli Stati Uniti, in particolare di fronte all’intensificarsi delle rivalità tra Washington e la Pechino: nell’area l’Australia è il primo “cliente” (9,4%), seguita dalla Corea del Sud (6,7%) e dal Giappone (5,7%).

Dopo gli Stati Uniti viene la Russia che assorbe il 20% dell’export mondiale. Tra il 2016 e il 2020 le esportazioni si collocano sui livelli raggiunti nel periodo 2001-2005 e 2006-2010 ma sono diminuite del 22% rispetto al 2011-2015, quando avevano raggiunto il picco. La decrescita è dovuta a un calo del 53% nelle esportazioni in India, una diminuzione non compensata dall’aumento dell’export verso la Cina (49%), Algeria (49%) ed Egitto (430%). Rispetto al 2011-2015, le esportazioni d’arma verso il Medio Oriente sono salite del 64% e verso l’Africa del 23%. Gli aerei hanno rappresentato il 49% delle armi russe esportate per un totale di 231 aerei da combattimento.
Nell’Unione europea i principali esportatori sono Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Italia: nel 2016-2020 hanno assorbito il 26% dell’export mondiale, un quarto. Tra il 2016 e il 2020, le esportazioni di armi francesi hanno rappresentato l’8,2% delle esportazioni globali registrando un aumento del 44% rispetto ai cinque anni precedenti. Il Medio Oriente (48%) è il principale destinatario delle armi di Parigi, seguito dall’Asia (36%). Tra i 69 Stati importatori delle armi francesi, i principali sono India, Egitto e Qatar. Le consegne di aerei hanno rappresentato il 45% delle esportazioni, seguite dalle navi (17%).
Dopo la Francia, la Germania. Le esportazioni di armi tedesche equivalgono al 5,5% dell’export mondiale e sono cresciute del 21% rispetto al periodo 2011-2015. Il 38% ha riguardato l’Asia e l’Oceania, seguiti dal Medio Oriente (23%): all’Egitto sono stati venduti due sottomarini.

Al di fuori dei Paesi europei e degli Stati Uniti, nel periodo 2016-2020 tra i primi 10 esportatori di armi si collocano Cina, Israele e Corea del Sud. La Cina è stata il quinto più grande esportatore di armi al mondo e ha assorbito il 5,2% dell’export globale di armi, in particolare verso il Pakistan (38%).

I primi 10 importatori di sistemi d’arma tra 2016 e 2020. Fonte: Sipri, 2021

La maggiore crescita delle importazioni si è registrata in Medio Oriente dove gli Stati hanno acquistato il 25% in più rispetto al 2011-2015. L’Arabia Saudita ha aumentato le sue importazioni del 61% e il Qatar del 361%. Tra il 2016 e il 2020 le importazioni dell’Egitto sono invece aumentate del 136%.

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