Diritti
Armi: larghe attese
di La redazione —
La Rete Italiana per il Disarmo scrive alla Presidenza del Consiglio. A spingerla, la pubblicazione della Relazione annuale sulle esportazioni di sistemi militari italiani. Che è in netto ritardo. E il dialogo con le associazioni che monitorano il mercato stenta a riprendere. Per approfondire, i libri di Ae (L’economia armata, Il caro armato, e Armi, un affare di Stato)
“La pubblicazione della Relazione è in forte ritardo” -afferma Francesco Vignarca, coordinatore della Rete disarmo. “Ai sensi della legge 185/1990 che regolamenta la materia avrebbe infatti dovuto essere reso nota entro il 31 marzo dal governo Monti in carica per gli affari correnti. A questo punto, la responsabilità della pubblicazione della Relazione, completa di tutte le sue parti, e dell’invio al Parlamento spetta al governo Letta al quale chiediamo di rendere subito noto il più sintetico ‘Rapporto sui lineamenti di politica del Governo in materia di esportazione dei materiali d’armamento’ e di riprendere al più presto il confronto con le nostre associazioni” -aggiunge Vignarca.
In questo contesto, la Rete Italiana per il Disarmo ritiene pienamente legittimo un ritardo nella pubblicazione se è giustificato dal fatto che il governo Letta ha inteso apportare alla Relazione già predisposta dal governo Monti le necessarie integrazioni per adeguarla alle recenti modifiche della normativa e, soprattutto, per ripristinare la completa informazione che negli anni della precedente legislatura è stata fortemente compromessa su diversi aspetti e per apportare i necessari cambiamenti migliorativi per rendere la materia più trasparente e idonea ad un controllo del Parlamento e delle associazioni della società civile..
Le attese e le preoccupazioni della Rete Disarmo -che raduna oltre 30 associazioni della società civile- sono molteplici. A fronte di un volume di affari in crescita (nel 2011 le autorizzazioni all’esportazione hanno superato i 3 miliardi di euro di cui oltre 2 miliardi, il 67%, sono state dirette a paesi non UE-Nato a cui vanno sommati gli oltre 2,2, miliardi per i Programmi Intergovernativi), la Relazione resa nota lo scorso anno dal Governo Monti è risultata mancante di numerose informazioni di primaria importanza per poter valutare la conformità dell’attività del governo al dettato legislativo. Innanzitutto non è stata resa nota la Tabella che dettagliava le autorizzazioni all’esportazione ad ogni singolo paese destinatario per ammontare e tipologia di sistemi militari (cioè la Tabella 15 – si veda quella del 2010 qui) Inoltre è risultato mancante anche l’Allegato che da per diversi anni ha riportato “l’Elenco dei Paesi ritenuti dall’ONU responsabili di gravi violazioni dei diritti umani o che destano preoccupazione sotto tale profilo” (Si veda un esempio qui: Allegato C).
“Inoltre -sottolinea Giorgio Beretta, analista della Rete Disarmo- lo scorso anno è risultato ancora mancante dalla sezione della Relazione curata dal Ministero dell’Economia e della Finanze (Dipartimento del Tesoro) l’importante “Riepilogo in dettaglio suddiviso per Istituti di Credito”. Un elenco che manca dalle Relazioni dall’avvento dell’ultimo governo Berlusconi, ma che è indispensabile per conoscere i dettagli delle singole operazioni di incassi per esportazioni di armamenti autorizzate agli istituti di credito, tra cui i compensi di intermediazione. A fronte di indagini per corruzione che hanno investito l’esportazione di armamenti negli ultimi anni (come il recente caso dei 12 elicotteri Agusta all’India) chiediamo che il governo Letta ripristini quell’elenco presente nelle Relazioni ministeriali fin dai tempi dei governi Andreotti: un elenco indispensabile anche per valutare l’effettiva applicazione delle direttive che numerosi Istituti di credito hanno messo in atto su pressione delle campagne della società civile” -conclude Beretta.
Rete Italiana per il Disarmo chiede inoltre al Governo di fare chiarezza su diverse altre anomalie che riguardano le esportazioni italiane di armamenti. Le cifre che l’Italia ha comunicato all’Unione Europea per esportazioni di armamenti (cioè per le consegne realmente effettuate) negli ultimi due anni sono ampiamente differenti rispetto a quelle riportate nelle Relazioni inviate al Parlamento italiano: la Relazione consegnata al Parlamento il 31 marzo 2011 riporta relativamente all’anno 2010 un ammontare di “operazioni effettuate” (consegne) di oltre 2.754 milioni di euro, mentre nella Relazione dell’Unione europea è segnalata una cifra di esportazioni (exports) dall’Italia solamente di circa 615 milioni di euro. Inoltre, la Relazione consegnata al Parlamento italiano il 23 aprile 2012 riporta per l’anno 2011 un ammontare di “operazioni effettuate” (consegne) di oltre 2.664 milioni di euro, mentre nella Relazione dell’Unione europea è segnalata una cifra di esportazioni (exports) dall’Italia di poco più di 1.022 milioni di euro.
“Abbiamo ripetutamente segnalato in modo formale queste anomalie al governo Monti che però non ha mai ritenuto di darci risposta” -dichiara ancora Francesco Vignarca. “Anche per questo chiediamo al governo Letta di riprendere subito il dialogo con le nostre associazioni: un dialogo istituzionale che è iniziato proprio con Enrico Letta quando, durante l’ultimo governo Prodi, ha ricoperto la carica di Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio. E che per suo impulso è stato formalizzato nel Rapporto annuale della Presidenza del Consiglio con la finalità di favorire una più puntuale e trasparente informazione sui temi riguardanti l’esportazione di armamenti”.
Le preoccupazioni della Rete Disarmo riguardo alla Relazione sono particolarmente significative in quanto lo scorso anno il governo Monti con un decreto legislativo ha modificato la legge 185 che dal 1990 regolamenta l’esportazione dei materiali di armamento. La modifica si era resa necessaria per recepire una Direttiva europea che “semplifica le modalità e le condizioni dei trasferimenti all’interno delle Comunità di prodotti per la difesa”. “Ma non è ancora chiaro -nota Emilio Emmolo, ricercatore di Archivio Disarmo- quali materiali di armamento sono stati fatti rientrare in questa categoria e, soprattutto, come verranno riportati nella Relazione governativa”.
La Rete Italiana per il Disarmo chiede inoltre al Parlamento di esaminare e discutere nelle commissioni competenti la relazione governativa. “Senza l’attento esame del Parlamento -evidenzia Maurizio Simoncelli, vicepresidente di Archivio Disarmo- la Relazione diventa un mero atto burocratico e viene a mancare un necessario controllo sull’esportazione di materiali d’armamento da parte dell’organo che è titolato a farlo. Riteniamo grave che da diversi anni le competenti commissioni parlamentari abbiano rinunciato ad esaminare questa relazione che è di fondamentale importanza per valutare anche la politica estera e di sicurezza del nostro paese”. La presentazione dei dati potrebbe inoltre fornire occasione per discutere una atuale problematica di applicazione della nostra legge sull’export armato: “Sarebbe ormai opportuno, alla luce di quanto dichiarato nelle Relazioni precedenti e della recente normativa internazionale dell’ATT, che nella Relazione fossero documentate con criteri analoghi ai materiali militari anche le forniture all’estero di armi leggere ad uso civile" -conclude Simoncelli.
La Rete italiana Disarmo ha già manifestato ai parlamentari di tutti gli schieramenti la propria disponibilità a fornire tutte le informazioni elaborate in questi anni sulle esportazioni di armamenti italiani e per esaminare attentamente la legislazione nazionale e le normative europee in questa materia.
Dalle modalità con cui il governo Letta presenterà la Relazione e dalle aperture che dimostrerà nei confronti delle associazioni della società civile si capirà in che direzione e con quali attenzioni il governo intenderà operare in questa delicata materia.
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