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Interni / Intervista

Alberto Prunetti. Il ritorno del rimosso

Alberto Prunetti (Piombino, 1973) è uno scrittore e traduttore. Figlio di un saldatore e di una casalinga, si è laureato in Scienze della comunicazione all’Università di Siena © Archivio Alberto Prunetti

Il romanzo “Troncamacchioni” racconta il fascismo e i conflitti tra agrari e proletari. A partire dalle vicende di Tatti, un piccolo paese della Maremma, spiega l’importanza di una letteratura che dia voce alle classi subalterne

Tratto da Altreconomia 277 — Gennaio 2025

I protagonisti dell’ultimo romanzo di Alberto Prunetti sono personaggi che raramente si incontrano nei libri di storia, se non intruppati in entità collettive e senza volto come “le masse”, “i proletari”, “il popolo”, spiega la quarta di copertina. “Troncamacchioni” (Feltrinelli, 2024) ricostruisce le vicende maturate all’interno di una comunità maremmana, Tatti, a partire da un delitto maturato nel 1922, agli albori del fascismo. “Il titolo è una parola che non esiste nemmeno sul dizionario -racconta lo scrittore, che è anche insegnante di italiano per stranieri, direttore della collana editoriale Working class e del Festival di letteratura Working class per la casa editrice Alegre-, ma che io e le persone che vivono intorno a me usiamo da una vita, parlando una lingua costruita dal basso”.

Prunetti, nel suo lavoro di ricerca, che diventa narrazione intorno alla working class, è arrivato a parlare di braccianti e ciabattini in Maremma: che cosa aiuta a capire una v

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