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Consumo critico: i dieci anni delle “Galline felici”
Il consorzio siciliano “Le Galline Felici”, punto di riferimento per i gruppi di acquisto solidale italiani, taglia un importante traguardo. Triplicato il numero dei soci, trenta collaboratori assunti e un ambizioso progetto di coproduzione di avocado alle pendici dell’Etna sostenuto da oltre 7mila consumatori in Francia e Belgio
Il consorzio siciliano Le Galline Felici festeggia il suo decimo compleanno. Un anniversario speciale perché segna il raggiungimento di una serie di traguardi in larga parte inaspettati anche per i protagonisti di questa iniziativa. “Siamo andati ben oltre gli obiettivi che ci eravamo prefissati -spiega Roberto Li Calzi, uno dei soci fondatori-. Quando abbiamo iniziato questa avventura eravamo una decina di aziende agricole e il nostro obiettivo era molto semplice: sopravvivere. Volevamo difendere le nostre produzioni e accorciare la filiera per garantirci un mercato e liberarci dal giogo degli intermediari. Oggi, quello che era un orizzonte individuale è diventato invece sociale e politico: vogliamo essere agenti di cambiamento sociale nel nostro territorio. E questo non era nei nostri programmi quando abbiamo iniziato”.
L’orizzonte delle “Galline Felici” è passato dalle dieci aziende originali alle 35 di oggi. Del consorzio fanno parte anche cinque cooperative, di cui quattro operano nel sociale (“l’Arcolaio” attiva nel carcere di Siracusa, la cooperativa sociale “Queztal-La bottega solidale” di Modica, la cooperativa “Sprigioniamo sapori” e la cooperativa sociale Terra Matta). Alle “galline” ormai cresciute si affiancano poi una trentina di “pulcini”, quelle aziende che sono in attesa di diventare socie a tutti gli effetti, al termine di una fase di reciproca conoscenza e collaborazione. Attualmente il consorzio ha 30 collaboratori assunti e l’obiettivo è quello di aggiungerne altri 5-7 in vista dell’avvio della prossima campagna.
In questi dieci anni, il principale punto di riferimento del consorzio “Le Galline Felici” sono stati i gruppi d’acquisto solidale (Gas) nel Nord Italia. Le arance, i mandarini e i limoni, il miele, le marmellate e l’olio -tutto rigorosamente biologico- sono alcuni dei prodotti che ogni settimana vengono stipati nelle cassette destinate ai consumatori critici di tutta Italia. Accorciare la filiera e rivolgersi direttamente ai consumatori finali è stato un passaggio essenziale per liberarsi dalla filiera della grande distribuzione organizzata (Gdo) che impone i prezzi ai produttori, strangolando così i più piccoli che non riescono a sopravvivere. E per continuare la strada di una produzione di qualità, rispettosa dei diritti dell’ambiente e dei lavoratori.
Oggi i produttori siciliani si preparano a una nuova sfida e si affacciano Oltralpe per partecipare alla “petite révolution gentile” lanciata da un gruppo di 14 associazioni francesi e belghe che hanno siglato un progetto di coproduzione con cinque aziende agricole del consorzio per avviare la una coltivazione di avocado alle pendici dell’Etna. Un progetto importante, della durata di dieci anni, che vede un investimento di circa 66mila euro da parte di circa 7mila consumatori transalpini per avviare la coltura su quattro ettari di terreno, che permetterà di creare altri 3-5 posti di lavoro. Con una produzione a regime stimata in un valore di circa 300-400mila euro. “Tra i consumatori critici francesi il finanziamento anticipato della produzione è una prassi abbastanza comune -spiega Li Calzi-. Ma solitamente prevede periodi più brevi. La decisione di investire una cifra così importante su un progetto della durata decennale è il segno di un rapporto fiduciario molto forte”.
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