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Altre Economie / Reportage

Il fenomeno del ferrociclo che fa rinascere le ferrovie dimenticate

Vélo Rail du Larzac, un sistema di quattro percorsi intorno al piccolo paese di Sainte-Eulalie-de-Cernon (in Occitania). In foto il Viaduc de Millau © Sur les rails du Larzac

Un veicolo a pedali su binari, strategico per recuperare e preservare le linee ferroviarie dismesse, può rendere attrattive le aree interne e sviluppare un turismo lento e responsabile. Ma la china della burocrazia è sempre la più difficile da superare

Tratto da Altreconomia 275 — Novembre 2024

Quando passa il ferrociclo anche un binario morto riprende vita. Il ferrociclo -railbike in inglese, velorail in francese, draisina per i più rétro- è una sorta di chimera meccanica, un veicolo a pedali a più posti, assimilabile a una bicicletta per l’impulso muscolare (ma ne esistono anche a pedalata assistita) e idoneo a circolare su binari ferroviari. Una modalità innovativa di utilizzare le tratte delle linee ferroviarie dismesse, che potrebbe rappresentare un attrattore perfetto per sviluppare un turismo lento e consapevole in alcune aree interne o poco frequentate. Il ferrociclo offre bonus straordinari come un finestrino infinitamente aperto, il brivido del vento tra i capelli, il profumo dei boschi e uno spasso per bambini e ragazzi. Non consente solo di scoprire territori selvaggi ma anche le opere dell’uomo come viadotti, ponti o tunnel, da un punto di vista del tutto inedito.

Anche se pochi lo sanno, in Italia il ferrociclo ha da tempo dignità giuridica.

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