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Finanza / Approfondimento

L’impatto sociale della finanza, tra miti e realtà. Il nodo dell’usura

Antonio Patuelli, confermato a fine maggio presidente dell’Associazione bancaria italiana, e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti © Luigi Mistrulli - Fotogramma

I dati sui prestiti alle istituzioni senza scopo di lucro in Italia mostrano la debolezza della “finanza a impatto”. Dal 2012 a oggi sono mancati 3,2 miliardi di euro. E nello stesso decennio sono cambiate, in peggio, le regole sull’usura

Tratto da Altreconomia 272 — Luglio/Agosto 2024

La “finanza a impatto” è in forte trend positivo. Almeno stando ai motori di ricerca e alla convegnistica. Assai meno guardando ai dati. Declinazione di un sotto-segmento della più nota -e regolamentata- “finanza sostenibile”, per finanza a impatto s’intende l’uso delle risorse finanziarie (prestiti, capitale di rischio e perfino donazioni) al fine di generare valore sociale o ambientale, oltre che ritorno economico, secondo metodologie e modelli di intervento che consentano la definizione di obiettivi chiari e la misurabilità dei risultati effettivamente ottenuti. Insomma, fare degli effetti extra-economici della finanza ciò che da sempre si fa con quelli economici: dichiararli, misurarli, confrontarli.

L’impatto su società e ambiente come il profitto. Le esternalità che entrano nella funzione obiettivo del capitale, per dirla nel linguaggio dell’economia classica. Fortemente ambizioso, dunque, e per questo tutt’altro che facile. Pertanto, come anticipato, non sorprende ch

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