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L’Italia degli editori indipendenti che danno voce ai territori

Francesca Chiappa e Silvia Sorana, che nel 2006 hanno fondato Hacca edizioni. © Archivio Hacca Edizioni

Cura, selezione attenta dei titoli e relazioni strette con le comunità locali sono gli ingredienti che permettono di costruire realtà solide, a dispetto dalla distanza dalle città e da alcuni servizi editoriali. Il nostro viaggio

Tratto da Altreconomia 259 — Maggio 2023

“Ci definiamo una casa editrice di campagna. Con tempi di semina e di raccolta che solo la distanza dai centri produttivi ci permette. Per farlo abbiamo cercato di rendere il nostro catalogo riconoscibile e coerente, anche graficamente, e arginato la tentazione, anche finanziaria, di sovraprodurre, sviluppando un colloquio diretto con quelle librerie indipendenti in grado di raccontare il nostro progetto editoriale per intero, e non nella misura effimera della sola novità editoriale”. Francesca Chiappa gestisce con la compagna Silvia Sorana a Matelica, in provincia di Macerata, una piccola casa editrice di qualità, nata nel 2006 e che pubblica ogni anno tra i sei e gli otto libri.

Hacca edizioni è un editore tra i 235 che fanno parte dell’Associazione degli editori indipendenti (Adei) e opera in Appennino, quindi lontano dai centri nevralgici dell’editoria italiana. È perciò rappresentativo di un universo di realtà il cui sguardo periferico può aiutare -alla vigilia del Salone del libro di Torino, in programma dal 18 maggio- a mettere a fuoco il compito di chi pubblica libri, un mercato che vale 1,67 miliardi di euro e che nel 2022 si è arricchito di quasi 80mila titoli (76.575, il dato diffuso dall’Associazione italiana editori).

Il senso della misura, poche pubblicazioni ma scelte e realizzate con cura redazionale, sono elementi chiave anche della descrizione del lavoro di Gianluca Salustri, che a Capistrello, in provincia de L’Aquila, ha dato vita meno di due anni fa a Radici edizioni: “Pubblichiamo un libro a bimestre -spiega-. Abbiamo scelto di occuparci di nuove narrazioni territoriali: il rischio, quando si racconta la provincia o i paesi, è di diventare folkloristici. A noi invece interessa la storia sociale, raccontata nel modo più contemporaneo possibile. Abbiamo pubblicato, ad esempio, un albo illustrato che raccoglie antiche fiabe abruzzesi proposte con i disegni di una street artist, un’artista contemporanea”.

Salustri racconta che intorno al progetto “si è formata una rete di persone interessate e interessanti, che ha cominciato a cercare Radici. In questo modo è entrata a far parte di un circuito virtuoso, che nel periodo post-pandemico, ha visto nascere e consolidarsi in tutto l’Abruzzo interno piccole realtà come il centro studi Nino Ruscitti a Bugnara (AQ), la biblioteca ‘D. A. Olivieri’ a Castiglione a Casauria (PE) e quella di Villa San Sebastiano (AQ), le biblioteche popolari che aiutano la diffusione della lettura. Noi che siamo una casa editrice stiamo contribuendo anche a far conoscere tra di loro queste realtà, di cui fa parte anche la Piccola biblioteca marsicana il cui animatore, Alessio De Stefano, è anche diventato un nostro autore”.

Uno stand della casa editrice Radici. © Archivio Radici

 

Qualcosa di simile accade anche a Matelica, dove la casa di Hacca è da dieci anni la libreria Kindustria. “Condividere gli spazi della redazione con una libreria, e dunque con i cataloghi delle tante case editrici che stimiamo e seguiamo, con le scrittrici e gli scrittori che spesso vengono da noi per presentare i loro libri, anche grazie a un vivissimo circolo di lettura, ha dato la possibilità di avere un luogo e un’occasione di riunione e di discussione a una comunità diffusa ed eterogenea”, racconta Francesca Chiappa.

La redazione della casa editrice Manni. © Archivio Manni

Accanto a due case editrici artigiane, che al momento occupano soltanto gli editori con alcuni consulenti (“Finché non saremo in grado di garantire un contratto dignitoso, preferiamo addossarci l’intero lavoro editoriale, rallentando i ritmi di produzione, anche se ci sono delle collaborazioni durature e felici, come quelle con Maurizio Ceccato, art director di Hacca, e Giuseppe Lupo, direttore della collana Novecento.0, che arricchiscono la nostra squadra”, ha spiegato Chiappa), abbiamo scelto di allargare questo racconto a più voci a due realtà più strutturate: Manni editori ed Ediciclo, entrambe nate negli anni Ottanta.

La prima ha sede a San Cesario di Lecce, in Salento, la seconda a Portogruaro (VE). Hanno entrambe strutture leggere (cinque o sei persone) che permettono di pubblicare intorno ai 35-45 titoli all’anno, che nel caso di Ediciclo escono anche con il marchio Nuova Dimensione. Manni pubblica anche, ogni anno, sei fascicoli della rivista L’immaginazione, un bimestrale che si occupa di letteratura, poesia e narrativa inedita, con rubriche e recensioni, “ed è il nucleo da cui è nata la casa editrice fondata dai miei genitori nel 1984” racconta Agnese Manni. Suo padre Piero (scomparso nel 2020) e la moglie Anna Grazia D’Oria hanno dato vita a un editore che da sempre ha portato attenzione “alla marginalità, con una vocazione politica molto spiccata -continua Agnese-. Sicuramente il fatto di sentirsi, per una serie di ragioni e in diversi ambiti, l’ultima coda di un Paese li metteva nella condizione di guardare il mondo con una prospettiva peculiare”.

Ediciclo è una casa editrice indipendente fondata a Portogruaro (VE). Pubblica guide e cammini in Italia (a piedi e in bicicletta). Dopo il lockdown ha dato alle stampe delle antologie con testi classici dell’Ottocento e del Novecento sulla montagna, sul camminare e sul viaggio in bici. © Archivio Ediciclo

Per esemplificare che cosa intende dire, evidenzia la pubblicazione di due libri in collaborazione con l’associazione Parenti delle vittime della strage di Ustica, l’ultimo dei quali -scritto dal cronista di Avvenire, Nello Scavo- mette in scena una riflessione sui migranti. Parlando del Salento, Agnese -che negli ultimi anni vive tra Lecce e Milano- spiega che sul territorio “mancano una serie di servizi specifici, ad esempio quelli legati alla logistica, che ci porta ad avere un magazzino interno, e anche un contesto editoriale: ci sono poche librerie, poche biblioteche, c’è scarsa attenzione delle istituzioni che, quando presente, è molto poco lungimirante, senza alcun investimento nella promozione della lettura, essenziale per promuovere l’editoria”.

La solitudine lamentata da Manni in Salento non esiste invece nel Nord-Est, dove -racconta Lorenza Stroppa, da vent’anni editor di Ediciclo- “tra gli editori indipendenti s’è sviluppato un rapporto di mutuo aiuto e solidarietà, che coinvolge tra gli altri Kellermann, Bottega Errante, Ronzani editore. Nutriamo rapporti, ci confrontiamo -sottolinea-. La difficoltà più forte è invece quella di essere lontani da alcuni centri decisionali e in alcuni casi lo sguardo degli altri, che guardano all’editore ‘periferico’ come a un soggetto un po’ naif, poco informato. Cui si aggiunge l’assenza di quel ‘movimento satellitare’ di servizi e fornitori, a cui è più facile accedere, ovvero traduttori, stampatori, correttori di bozze. Anche se con internet le distanze si sono un po’ accorciate”.

Lavorare a Portogruaro, però, ha sempre rappresentato anche un valore aggiunto: “Essere lontani dal brusio fa sì che si riesca a vedere con più distacco certe cose e a prendere decisioni più indipendenti”.

Nel caso di Ediciclo, ad esempio, a partire dal lockdown questo ha portato a sviluppare una nuova collana più pop dedicata ai temi storici della casa editrice, legati al turismo lento in bici o a piedi. Ma anche la scelta di pubblicare antologie con testi classici dell’Ottocento e del Novecento sulla montagna, sul camminare e sulla bicicletta.

“Essere lontani dal brusio fa sì che si riesca a vedere con più distacco certe cose e a prendere decisioni più indipendenti” – Lorenza Stroppa

La vicina Trieste, inoltre, è un crocevia di culture. Lavorare in una zona di confine permette in questo caso di valorizzare un territorio che si allarga anche a Slovenia e Croazia, immaginando pubblicazioni bilingue da distribuire anche nei Paesi limitrofi, come la guida alla ciclovia Parenzana. A differenza del Salento, poi, il territorio veneto e friulano è vivo. “Portogruaro è a trenta chilometri da Pordenone, una cittadina di 40mila abitanti con cinque o sei librerie”. Dal territorio, poi, in uno scambio biunivoco, Ediciclo ha colto anche la sua peculiarità di editore attento al turismo responsabile: “Qui c’è una vocazione al cammino e all’andare in bicicletta, praticato da amatori di tutte le età. Voglio pensare che in qualche modo abbiamo offerto loro un prodotto interessante. Qui ci conoscono tutti. Nel 1987, quando abbiamo iniziato, non c’era nessuna proposta simile alla nostra”. Costruire un’identità forte, insegna la storia di Ediciclo, è un motivo di longevità.

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