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Contro la disumanità della guerra e la caccia al migrante: la viva lezione di Pierluigi Di Piazza

L’esterno dell’ex carcere di Kybartai in Lituania, adattato a “centro di accoglienza” per i migranti e i richiedenti asilo che raggiungono il Paese attraverso il confine con la Bielorussia © Diala Ghassan/MSF

Questo numero è dedicato alla memoria del fondatore del Centro Balducci di Zugliano (UD), scomparso il 15 maggio. Per tutta la vita ha denunciato la disumanità della guerra e il macabro gioco della caccia al migrante lungo le frontiere. “L’accoglienza mi attraversa -scrisse-, mi riempie tanto che mi pare di avere un cuore troppo piccolo”

Tratto da Altreconomia 249 — Giugno 2022

Questo numero di Altreconomia è dedicato al ricordo di Pierluigi Di Piazza, parroco di San Michele Arcangelo, fondatore del Centro di accoglienza e promozione culturale “Ernesto Balducci” di Zugliano (Udine). È morto il 15 maggio 2022 a 74 anni, dopo una vita spesa a costruire percorsi di pace, giustizia e solidarietà. Prete dal 1975 ha insegnato a scuola per 30 anni e nel 1988 ha fondato il Centro, punto di riferimento e di luce non solo per il Friuli-Venezia Giulia. Tra il 1975 e il 1980 è stato anche cappellano a Paderno (Udine), dove ha dato vita a un doposcuola gratuito per gli alunni delle medie. In quegli anni invita David Maria Turoldo a commentare la proiezione del suo film “Gli ultimi” e discute di adolescenza con Giampaolo Meucci, presidente del Tribunale per i minorenni della Toscana, amico di don Lorenzo Milani. La Chiesa istituzionale non lo può vedere e quando può lo allontana.

“Il mio stare al confine -ha scritto Di Piazza- è stato frutto al contempo di una mia scelta e di una collocazione da parte dell’istituzione religiosa, che non mi ha ritenuto omogeneo al pensiero e alle prassi ufficiali”. Meglio così, ai “titoli onorifici”, agli “apparati imperiali” e alla “disumanità clericale” (parole sue) Di Piazza ha sempre preferito le persone. Senza fare calcoli o cedere al conformismo. Nel febbraio 2019, mentre il governo Conte-Salvini devasta l’accoglienza, la protezione umanitaria e blocca i soccorsi in mare, il prete di Zugliano firma un volume dal titolo esplicito: “Non girarti dall’altra parte. Le sfide dell’accoglienza” (ed. nuovadimensione).

“L’accoglienza mi attraversa -scrive-, mi riempie tanto che mi pare di avere un cuore troppo piccolo perché tutte le persone e le situazioni possano entrarvi; mi arricchisce e mi tormenta, mi provoca e mi affatica, continua ad alimentarsi e a farsi ulteriore accoglienza”. Amava parlare dell’insegnamento “all’amorevole compassione” ricevuto fin da piccolo, della casa “povera e umile” dei suoi genitori -è nato a Tualis, nella Carnia-, della mamma, “donna di intuizioni, relazioni, servizio umile e disinteressato agli altri”, e del papà, “calzolaio attento alle persone, alle loro condizioni e non ai soldi”.

Solo una persona libera come Di Piazza poteva rinviare la messa della domenica per lasciare la grande sala del Centro Balducci a disposizione della rete RiVolti ai Balcani, promotrice di un convegno internazionale sui campi di confinamento nel XXI secolo e sul ruolo (pessimo) dell’Unione europea. È accaduto il 7 e 8 maggio di quest’anno. Pierluigi era già molto segnato dalla malattia e ha preferito salutare tutti da una stanza separata (“Sono proprio contento che siate qui”). È stato uno dei suoi ultimi messaggi e commuove riascoltarlo.

Sento un compito straordinario che sinceramente addolora fino al pianto interiore”, disse a proposito della “disumanità incredibile” della guerra, del “macabro gioco” dell’invio di armi e della caccia al migrante lungo le rotte europee. Una di queste direttrici, già rimossa dallo sbadato discorso pubblico, è quella tra l’Unione europea (non solo la Polonia) e la Bielorussia. Ce ne siamo dimenticati ma a inizio maggio sono più di 2.500 i richiedenti asilo e i migranti trattenuti in condizioni disumane in Lituania, nove mesi dopo aver attraversato il confine bielorusso.

“Le persone non hanno accesso a una giusta procedura d’asilo e non c’è un supporto specialistico per i disturbi mentali per i sopravvissuti a tortura o a violenza sessuale -ha denunciato Medici Senza Frontiere il 6 maggio-. La detenzione arbitraria prolungata di migranti e richiedenti asilo in Lituania deve cessare immediatamente e tutte le richieste di asilo dovrebbero essere esaminate in modo giusto e il più rapidamente possibile”. Un uomo detenuto nella ex prigione di Kybartai convertita in “centro di accoglienza” ha detto: “Voglio sapere qual è il nostro futuro, qui siamo intrappolati”. Un infermiere di Msf ha assistito a uno scontro tra alcuni membri della polizia di frontiera e un paziente psichiatrico. “Buttato a terra, ammanettato e poi messo in isolamento”. L’operatore sanitario ha chiesto di entrare in cella, senza successo. “Dentro c’era un oggetto appuntito: il paziente si è ferito subito dopo essere stato rinchiuso”. La lezione di Pierluigi Di Piazza è vivissima.

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