Interni / Attualità
Voghera: un appello per spezzare il silenzio sull’omicidio di Youns El Boussetaoui
Sono trascorse oltre due settimane dall’uccisione di Youns El Boussetaoui da parte dell’ex assessore Adriatici. Numerose associazioni e gruppi locali denunciano l’atteggiamento di rimozione delle istituzioni locali e chiedono di “riprendere al più presto occasioni di iniziativa, riflessione e confronto in città”
Sono trascorse oltre due settimane dall’uccisione di Youns El Boussetaoui da parte dell’ex assessore Massimo Adriatici. Un fatto gravissimo che ha lasciato sgomenta e addolorata una parte di Voghera.
La manifestazione di sabato 24 luglio (con la presenza della famiglia di Youns ed una grande partecipazione delle comunità marocchine e magrebine oltre a moltissimi migranti con cittadinanza italiana uomini, donne, bambini) promossa originariamente dai giovani di “Noi siamo idee”, ha rappresentato un momento importante per la richiesta di giustizia sulla sua morte.
Manifestazione pacifica con una scarsissima presenza di vogheresi, in un centro cittadino con negozi inspiegabilmente chiusi dopo i messaggi di allarme inviati dalla sindaca. Un segnale negativo che si è evidenziato anche nella seduta del Consiglio comunale del 28 scorso.
Nella sede istituzionale cittadina sono mancate riflessione e approfondimento, con l’incredibile silenzio dei consiglieri di maggioranza che hanno rinunciato al proprio ruolo delegando alla sindaca e alla sola capogruppo leghista, partito dell’ex assessore, gli interventi incentrati quasi esclusivamente sul presunto danno di immagine subito dalla città ad opera dei media.
Come se l’uccisione di un uomo ad opera di un rappresentante delle istituzioni locali fosse un normale fatto di cronaca. È evidente la non volontà di fare i conti con il clima politico oltre che culturale nel quale è maturata l’uccisione di Youns.
Da almeno due decenni in città viene agitato il tema della presunta “sicurezza” mescolando situazioni reali di microcriminalità, progressivo degrado di aree e spazi urbani, assenza di iniziative sociali e di accoglienza, sovrapponendo piano locale e nazionale per campagne politiche.
Il risultato è la diffusione di un “senso comune” fatto di indifferenza, razzismo e intolleranza (basta scorrere alcuni social locali per rendersene conto) mentre le scelte amministrative non affrontano le contraddizioni e le vecchie e nuove povertà, accentuate dalla pandemia, limitandosi a delegare gli interventi alle varie espressioni di volontariato presenti.
Pensiamo sia necessario spezzare il silenzio e riprendere al più presto occasioni di iniziativa, riflessione e confronto in città.
Vanno contrastate e respinte le logiche che da troppo tempo speculano e raccolgono consenso facendo leva sulle paure, sul rifiuto delle diversità, sull’esclusione delle persone più fragili ed esposte: le “vite di scarto” ben rappresentate da Youns e dalla sua tragica morte.
Associazione “Insieme”, A.N.P.I. sezione di Voghera, Comunità del Carmine, Legambiente Voghera – Oltrepo, CGIL Pavia, Associazione “Solidari- Dimbalente”, “Noi siamo idee”
© riproduzione riservata