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Diritti

Violenze a Roma, trasparenza zero

Posto che i disordini e le violenze di Roma – per quanto deprecabili e utili soprattutto a chi sta al potere – sembrano cosa genuina, cioè espressione di una minoranza di persone che così pensa di fare la sua parte…

Posto che i disordini e le violenze di Roma – per quanto deprecabili e utili soprattutto a chi sta al potere – sembrano cosa genuina, cioè espressione di una minoranza di persone che così pensa di fare la sua parte nelle lotte, ci sarebbero da chiarire i comportamenti delle forze dell’ordine. Si sono viste violenze gratuite, personaggi assai dubbi vestiti da spaccatutto (forse provocatori?) , pistole impugnate non si sa bene perché, finanzieri ancora una volta (come a Genova G8) impiegati nella repressione di piazza (è davvero il loro compito?).

In Italia siamo abituati a una prassi di "trasparenza zero", ma la gestione della piazza a Roma è stata più che opinabile, diciamo pure fallimentare. Non c’è stata prevenzione, si è arrivati rapidamente al corpo a corpo, si sono visti agenti tenere condotte del tutto improprie. E’ questa una corretta gestione dell’ordine pubblico?

Bisognerebbe risponderne pubblicamente e sul piano politico, invece il ministro dell’Interno sposa senza riserve la condotta tenuta in piazza e chi dovrebbe controllare – ad esempio l’opposizione parlamentare – stenta a far sentire la propria voce, forse per paura d’essere indicato come complice dei teppisti e nemico delle forze dell’ordine.

Ma le forze dell’ordine, che a forza di manganellate e pratiche poco consone a forse di polizia democratiche  (qualcuno ricorda le manifestazioni dei terremotati aquilani, o dei pastori sardi, o dei migranti a Brescia?) stanno compromettendo la loro credibilità, avrebbero bisogno di amici più sinceri.

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