Altre Economie
Una leva per i beni comuni
"La leva di Archimede" è il simbolo scelto dai movimenti che dal 10 al 14 luglio s’incontrano sul Monte Amiata (tra Grosseto e Siena). Un campeggio di cinque giorni, promosso tra gli altri dal StopEnel e Forum italiano dei movimenti per l’acqua, per immaginare "come" risollevare la democrazia in Italia
Dal 10 al 14 luglio il monte Amiata ospiterà esponenti di gruppi, comitati e reti che in tutta Italia lottano strenuamente per la difesa del territorio, provando a riappropriarsi dei beni comuni.
Tutte queste realtà di ritroveranno per un campeggio, promosso da Coordinamento SOS Geotermia, Forum italiano dei movimenti per l’acqua, Rete StopENEL e Forum contro le grandi opere inutili e imposte. Un campeggio che ha già ricevuto tante adesioni e durante il quale si terranno incontri, dibattiti e iniziative pubbliche, con musica dal vivo e proiezione di video e documentari in serata. L’evento rappresenterà senza dubbio un’importante occasione per costruire un processo collettivo di confronto tra tutte le realtà che interverranno.
La base di discussione è incentrata sull’appello comune diffuso nei giorni scorsi, in cui ci si chiede se la crisi che stiamo vivendo non coincida con nuova e più aggressiva fase di accumulazione della ricchezza nelle mani di pochi soggetti. Un nuovo passaggio in cui questo Stato e il blocco economico-politico dominante compiono costanti imposizioni nei confronti degli individui e delle comunità.
Ma alle privatizzazioni e ai nefasti processi di finanziarizzazione atti a depredare beni e servizi si oppongono tutte quelle persone, e ormai sono un numero crescente, che portano avanti un’idea alternativa a tale gestione dei territori. Persone che sempre di più cercano di fare fronte comune e che al campeggio sul Monte Amiata riveleranno le bugie della green economy, discuteranno di una nuova gestione delle risorse idriche e si interrogheranno su quali istituzioni e processi decisionali siano necessari a livello locale per riportare al centro gli interessi dei cittadini e delle comunità. Ma non solo, si proverà anche a ipotizzare delle misure su come riprendere il controllo della finanza pubblica e sottrarre i beni comuni all’imperante logica del profitto.
La scelta di tenere un incontro del genere proprio all’Amiata non è casuale. In quella parte di Toscana l’Enel sta sviluppando i suoi progetti geotermici, che la multinazionale italiana dipinge come rinnovabili e puliti. Non la pensano così i comitati locali, i quali denunciano da anni come il bacino acquifero, che approvvigiona 500mila persone del Sud della regione, sia in preoccupante diminuzione, mentre in aumento sono la concentrazione di arsenico nell’acqua potabile e le immissioni nell’aria di acido solfidrico e mercurio. Le cinque centrali attive –ma si stanno pianificando altri impianti– ricevono da sempre “appoggio” dalle autorità regionali della Toscana, visto che l’Enel attraverso l’enorme guadagno ricevuto dal meccanismo dei certificati verdi, dei sussidi e dei finanziamenti pubblici, distribuisce alla stessa Regione e ai comuni una pioggia di denaro a titolo di compensazione ambientale e con un costo in bolletta per la collettività mediamente del 30 per cento in più rispetto ad altri Paesi europei. Dati alla mano, il geotermico appare proprio un pessimo affare. La cinque giorni di metà luglio, quindi, servirà anche per sostenere gli sforzi dei comitati locali contro l’Enel e la sua “green economy”, che di verde ha veramente poco.