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Diritti

Un corteo per cominciare

 Vedere che le associazioni rom sollevano la testa, si mostrano in piazza, rivendicano i propri diritti, è uno dei pochi elementi politici importanti delle ultime settimane, caratterizzati dalla diffusione, nel nostro paese, di un senso comune razzista, accompagnato da azioni e politiche…

 Vedere che le associazioni rom sollevano la testa, si mostrano in piazza, rivendicano i propri diritti, è uno dei pochi elementi politici importanti delle ultime settimane, caratterizzati dalla diffusione, nel nostro paese, di un senso comune razzista, accompagnato da azioni e politiche xenofobe.
Noi indigeni abbiamo assistito quasi silenziosi all’incendio del campo di Ponticelli, alle campagne stampa contro gli ebrei (rom), al varo di misure liberticide come l’istituzione dei commissari all’emergenza ebrei (rom), alle schedature degli ebrei (rom) in un campo di Milano (tutti ebrei-rom italiani e con regolari documenti d’identità), alle proteste – che hanno avuto successo – di gruppi di autoctoni per la costruzione di case destinate a famiglie ebree (sinte) veneziane, e così via.
  
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Quegli uomini e quelle donne che hanno sfilato per Roma – rom e gagi mescolati – hanno dato un’indicazione forte a chi non vuole mettere la testa sotto la sabbia: c’è una minoranza sotto tiro, la democrazia è in pericolo, occorre intervenire con urgenza.
Domenica, fra il Colosseo e il Testaccio, è cominciato qualcosa.

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