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Il Triangolo delle Bermude dove la democrazia rischia la sparizione

Come aprire un varco di luce per allontanare l’oscurità che persiste dopo il buio già tanto pesante dell’era Berlusconi e del rapido periodo di Renzi? Immobilizzati, in un incubo, dobbiamo fare un passo verso le contraddizioni reali e l’immaginazione politica. Un cammino lungo ma necessario. Le “idee eretiche” di Roberto Mancini

Tratto da Altreconomia 210 — Dicembre 2018
© chuttersnap

L’immaginazione politica. È la forza spirituale e cognitiva che più ci serve nell’Italia persa nell’oscurità causata dall’effetto incrociato di ideologie tossiche come l’individualismo e il nazionalismo. Se stiamo all’impatto immediato della tendenza prevalente oggi nella vita pubblica, nelle rappresentazioni mediatiche e nei discorsi più diffusi, sembra di stare sospesi mentre si assiste al crescere del degrado culturale e politico. Pare di essere capitati in una sorta di Triangolo delle Bermude dove la democrazia rischia la sparizione.

Il primo lato del triangolo è il governo in carica. Questo governo sta demolendo uno dopo l’altro gli ingredienti della vita democratica: la rilevanza del Parlamento e dei progetti di società che si confrontano; la tutela dei diritti delle persone più esposte (compresi poveri, persone senza dimora, rom); l’accoglienza verso chi fugge dalla morte per guerra o per fame; l’impegno per un’economia giusta (che non sia basata né sui sacrifici né sul debito irresponsabile, ma su un vero programma di rinascita); l’equità proporzionale nel fisco e la lotta all’evasione fiscale; la libertà di stampa; la cura per la scuola, per l’università e per la condizione delle nuove generazioni; la promozione della partecipazione reale dei cittadini, senza scorciatoie dittatoriali nel culto del capo o nella finzione stucchevole della democrazia digitale. Il peggio è che un simile modo di fare crea mentalità, viene interiorizzato da molti come se la logica nazionalista e l’ostilità contro chi è ritenuto “diverso” fossero normali e legittimi.

Il secondo lato del triangolo è dato dalle cosiddette forze di “opposizione”. A guardare da questo lato si resta desolati: troviamo ancora Berlusconi e i suoi, poi una sinistra “radicale” sempre più polverizzata e sterile e, infine, il Pd che ancora non sa quale visione della società e quale progetto adottare: nel dubbio candida uno come Minniti alla segreteria. È chiaro che da questo lato non c’è speranza. E come chi consente di governare a Salvini è più responsabile di lui per questo degrado, perché mette la sua presunta diversità al servizio della strategia della Lega, così chi deve dare corpo a una vera alternativa e non lo fa è altrettanto responsabile della disperazione civile che investe il nostro Paese.

Il terzo lato è costituito da molti cittadini che fanno del loro peggio o sostenendo entusiasti il duo Salvini-Di Maio, con vero zelo autolesionista, oppure ritirandosi a vita privata per lo sconforto. In sintesi, se pensiamo all’insieme delle tendenze culturali, politiche e comportamentali prevalenti, dobbiamo dire che per il momento in Italia prevalgono due forze: la prepotenza e l’ignoranza. Esse si alimentano a vicenda, mettendo in fuori gioco l’etica, la conoscenza, la cura, il rispetto, l’azione per il bene comune, il futuro.

Come aprire un varco di luce per allontanare l’oscurità che persiste dopo il buio già tanto pesante dell’era Berlusconi e del rapido periodo di Renzi? Ci troviamo come si sta negli incubi, quando c’è un pericolo e sei paralizzato, vorresti scappare ma mani e gambe non si muovono, vorresti urlare e la voce non esce. In effetti il primo passo di risposta sana alla situazione oppressiva attuale esige di spezzare una suggestione. È la suggestione che ci fa credere che siamo impotenti. La suggestione si spezza quando usciamo di casa, ci troviamo con altri che come noi credono nella democrazia accogliente verso tutti e ci organizziamo per costruire dal basso una prima risposta ai problemi più gravi che fanno vittime nella società. Per fare questa scelta concreta occorre ritrovare la fiducia nelle nostre possibilità di azione, il senso di responsabilità che ci spinge a portarci lì dove sono le contraddizioni reali e l’immaginazione politica che ci permette di anticipare percorsi di soluzione impensati rispetto alle difficoltà attuali. Solo nella convergenza tra esperienze di questo tipo potrà riprendere il cammino della democrazia in Italia e nel mondo.

Roberto Mancini insegna Filosofia teoretica all’Università di Macerata. Nel 2016 ha pubblicato “La rivolta delle risorse umane. Appunti di viaggio verso un’altra società” (Pazzini editore)

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