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Diritti

Refrattari a lealtà e trasparenza

Diversamente da quanto accaduto in altre occasioni, il caso della morte in carcere di Stefano Cucchi è arrivato sulle prime pagine dei quotidiani, senza scomparire subito. E’ uno dei misteri dell’informazione: da un lato la casualità regna sovrana, dall’altro è…

Diversamente da quanto accaduto in altre occasioni, il caso della morte in carcere di Stefano Cucchi è arrivato sulle prime pagine dei quotidiani, senza scomparire subito. E’ uno dei misteri dell’informazione: da un lato la casualità regna sovrana, dall’altro è fondamentale il ruolo dei familiari, la loro tenacia e in questo caso la disponibilità di alcune foto e la decisione di renderle pubbliche.

Quel che non cambia è la reazione delle autorità. Il ministro della Difesa si è lanciato in una difesa d’ufficio dei carabinieri, prima di qualcunque inchiesta o accertamento. In questo modo si commette un nuovo abuso, si compromette la credibilità dell’istituzione: un ministro dovrebbe stare dalla parte della verità e per prima cosa dolersi dela morte di un cittadino detenuto in circostanze così poco chiare.

La nostra è una democrazia malata, e le nostre forse di sicurezza non riescono, proprio non riescono ad affrontare casi gravi come questo – e purtroppo numerosi altri – con lo spirito di lealtà e trasparenza che si addice a una democrazia compiuta. Come se non bastasse, l’élite politica favorisce, anziché contrastare, l’opacità e la pretesa d’impunità che caratterizza le nostre forze di polizia. Davvero un brutto – e- clima.

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