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Economia

Partita globale – Ae 73

Ormai è in corso una partita globale a tutti i livelli per ridefinire gli equilibri politico-economici nel pianeta. Nel Wto ci si incammina con lentezza verso un nuovo compromesso, più politico che commerciale, tra le vecchie e le nuove potenze…

Tratto da Altreconomia 73 — Giugno 2006

Ormai è in corso una partita globale a tutti i livelli per ridefinire gli equilibri politico-economici nel pianeta. Nel Wto ci si incammina con lentezza verso un nuovo compromesso, più politico che commerciale, tra le vecchie e le nuove potenze del pianeta, rispettivamente quelle del Nord e quelle del Sud. Nell’Onu si sta arrivando allo scontro nella ridefinizione del quadro di agenzie incaricate di occuparsi di questioni di sviluppo, un tema diventato più che politico dalla conferenza di Monterrey del 2002 in poi. Allo stesso tempo, il G8, con la sua avventura nella Russia autoritaria di Putin, e il Club di Parigi dei creditori ricchi, nel suo cinquantesimo anniversario, cercano di reinventarsi per sottrarsi al fallimento della storia.
Uno specchio dei tempi sono stati i recenti incontri di primavera della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale, tenutisi a fine aprile a Washington. Oscurati dalla concomitante visita del presidente Hu Jintao alla Casa Bianca, che legittima la Cina come la nuova super-potenza globale, l’agenda degli incontri è stata dominata dalle priorità del G7 e dei Paesi donatori.

La nuova Banca mondiale del “falco” Paul Wolfowitz sembra aver trovato la sua nuova mission: la lotta alla corruzione. Uno sforzo che però si ferma a quei governi non importanti per la geopolitica Usa e soprattutto dimentica le responsabilità dei Paesi ricchi, e soprattutto delle multinazionali del Nord. Un fenomeno, quello della corruzione, che sembra abbia interessato più del 20% dei prestiti della storia della Banca mondiale, per un totale di ben 100 miliardi di dollari. La Banca, inoltre, ha presentato la sua nuova strategia per la promozione delle energie pulite e lo sviluppo. Peccato che la definizione sia un po’ troppo “estensiva”, così da accomodare le esigenze dell’assetato Nord e degli energivori Paesi emergenti. “Carbone pulito”, mega-impianti di estrazione di gas naturale, e addirittura un’apertura all’ipotesi nucleare, da sempre scartata dalla Banca.

Poche briciole alle rinnovabili, incensate a parole ma non con finanziamenti.

L’allarme per il prezzo del petrolio in continua crescita si fa sentire sempre più e la Banca preferisce anticipare i tempi, cercando di accaparrarsi una leadership nel campo su mandato del G8.

Sul fronte del Fondo, la strategia di riforma di “mezzo termine” presentata dal direttore generale Rodrigo de Rato non convince in tanti e trova un’approvazione solo pro-forma. Dopo le crisi asiatiche il Fondo, vero custode della globalizzazione liberista, non riesce ancora a ritrovare una piena legittimità e non è in grado di decidere su come cambiare. Il tempo stringe e per accomodare le tensioni con i Paesi emergenti, oggi nuove potenze regionali, l’istituzione guidata da de Rato accetta entro l’anno di assegnare più quote e quindi potere decisionale a Cina, Turchia, Messico e Brasile, dimenticando non a caso India e Argentina. Una partita forse ancora aperta che segna il passo dei tempi. Per molti non è il passaggio da una dittatura dei ricchi a una monarchia costituzionale di poche potenze a rendere più democratica la governance globale.

È il fondo della globalizzazione, resta solo da iniziare a risalire la china abbandonando il fardello neoliberista.



Antonio Tricarico, ingegnere dell’energia come formazione (con specializzazione sui cambiamenti climatici e la questione energetica) ha una lunga esperienza di volontariato in Amnesty International.

Dal 1995 si occupa di questioni di globalizzazione economica, con particolare attenzione al ruolo giocato dalle istituzioni finanziarie internazionali quali la Banca mondiale, il Fondo monetario internazionale e l’Organizzazione mondiale del commercio. Ha curato ricerche e pubblicazioni sulle politiche ambientali, energetiche, idriche e di sviluppo della Banca mondiale, delle agenzie di credito all’esportazione e delle banche private per quel che concerne gli investimenti internazionali.

Dal 2001 coordina  la Campagna per la riforma della Banca mondiale (
www.crbm.org)

• Gli spring meetings sono gli incontri estivi che affiancano gli annual meetings di Fondo monetario e Banca mondiale (il prossimo a Singapore, il 19-20 settembre). www.imf.org/external/am/2006/index.htm

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